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Recensione di Una per i Murphy

Libri e bambini - 9 dicembre 2019

Una per i Murphy è un romanzo per raccontare l’affido. Per permetterci di capire, ragionare, su fatti che troppo spesso giudichiamo senza conoscere, perché oggi sembra che dare giudizi sia uno sport praticato da molti. Eppure la faccenda è molto più complicata, come sempre.

Carley Connors è una ragazza che a detta degli assistenti sociali dovrebbe ritenersi fortunata, eppure la stessa Carley avrebbe qualcosa da ridire… perché ritrovarsi in ospedale, coperta di lividi, con la madre in coma e il patrigno in prigione NON è un evento fortunato. Venire accompagnata in una nuova famiglia senza che nessuno le chieda cosa effettivamente desidera, senza possibilità di scelta, e soprattutto senza capire cosa stia accadendo, NON è un fatto fortunato.

Lynda Mullaly Hunt presenta un romanzo drammatico, ma capace di affrontare tematiche dolorose con un pizzico di ironia: Una per i Murphy, Uovonero edizioni, finalista Premio Strega Ragazzi e Ragazze, categoria 11+.

Storia di una ragazza adolescente
La storia di Carley è la storia di molti adolescenti catapultati in un mondo plasmato dagli adulti. Un modo duro, difficile da capire e da affrontare. Carley è una vittima, ma allo stesso tempo è una ragazza molto intelligente, arrabbiata (e chi non lo sarebbe al suo posto?) incredula di fronte alla famiglia dei Murphy, una famiglia apparentemente uscita da uno spot, talmente perfetta da darle la nausea.

L’affido
Ma, come spesso accade, l’affido non stravolge la vita del solo ragazzo, ma ogni sistema con cui entra in contatto. Carley è spaventata, ma lo sono anche i Murphy, ognuno a modo suo, ognuno con motivi e emozioni diverse. Tuttavia c’è un sentimento che accomuna tutti: la paura di non riuscire assieme alla paura di affezionarsi troppo, perché l’affido porta con sé un’altra parola dolorosa: addio.

La signora Murphy mi dà il permesso di saltare la cena. Dice che vale solo per la prima sera. Al piano di sotto sento una famiglia felice, che parla e ride, e sono sollevata di non essere insieme a loro.
Nell’oscurità di una camera che non è la mia, conto e riconto le ruote dei camion. Conto i piccoli pompieri che corrono di qua e di là ad aiutare la gente. Guardo il segnale dell’eroe e conto le curve e le linee delle lettere. Mi chiedo se, in tutta la vita, sarò mai l’eroina di qualcuno.

L’intelligenza di Carley ci accompagna lungo tutta la lettura, impossibile non amare questa ragazzina, distrutta, impaurita, ma capace di affrontare ogni sfida, di cambiare la sua vita e quella di chi le sta accanto. Le dinamiche quotidiane di questa famiglia, apparentemente banali e normali, irrompono con forza nella sua vita, ma anche nella nostra che possiamo così comprendere le difficoltà di ogni protagonista, dell’amicizia a scuola, delle piccole sfide quotidiane eppure così importanti e fondamentali.

Un libro non scontato
Una per i Murphy non è un libro triste, non è un libro scontato, non presenta vecchi cliché e facili sentimenti. È un romanzo complesso come la vita, ricco di momenti leggeri, eppure determinanti per la crescita di ogni protagonista.

Corro su per la salita, oltre la curva della strada, accelerando sempre più. Ogni volta che le mie calze toccano terra, i ciottoli e i rametti che ricoprono il cemento mandano scariche di dolore nei miei piedi. Ma non voglio rallentare.
«Vai, Carley» dico a denti stretti. «Corri. Corri lontano».
Le unghie mi si conficcano nei palmi. A ogni respiro mi fa male il petto. Ma a ogni dolore, a ogni fitta, a ogni male, corro solo più veloce.
Ogni volta che il mio piede destro tocca terra, dico: «No».
No al pianto.
No ai Murphy.
No a me.

Un argomento difficile, presentato in maniera comprensibile a tutti, per mettere da parte il giudizio e cercare di capire, capire che a volte possiamo sbagliare, e quando accade abbiamo bisogno di un aiuto, e se questo aiuto viene da un perfetto Murphy non è detto che sia sbagliato, anzi, e soprattutto non è detto che questo Murphy non abbia bisogno, a sua volta, di un aiuto, di un abbraccio.

di Anna Fogarolo

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