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Recensione di L'uovo nero su Il Rosicchialibri

Il Rosicchialibri - 28 maggio 2020

“In una casetta di campagna vivevano una contadina e la sua gallina”.

La gallina faceva le uova e la contadina le vendeva al mercato e con quel poco che riusciva a comprare vivevano entrambe, era così da sempre.

Ma un giorno la gallina depose due uova: uno bianco e uno nero.

L’uovo bianco fu facile da vendere, ma l’uovo nero non lo voleva nessuno, così la contadina lo portò al re.

Il re lo fece covare alla regina e in poco tempo l’uovo si schiuse e ne uscì un galletto, un galletto davvero vivace, che ci mise poco a portare scompiglio in tutta la corte.

Ed oltre che vivace era anche un galletto magico perché, quando fu ridotto a pezzi per ordine del re, con una parola magica tornava tutto intero ancora più scatenato di prima!

Non era facile liberarsi del galletto.

Cosa si potevano fare il re e la regina?

La contadina e la gallina finché poterono diedero dei consigli al re, ma questa era una questione che poteva risolvere solo una fata, così scoprirono che il galletto nascondeva qualcosa di più: un ragazzo con una cresta tossa che il re decise di adottare…

Una bellissima fiaba dello scrittore Luigi Capuana (1839 / 1915) rivisitata con un linguaggio più fluido e splendide illustrazioni.

Un uovo nero è qualcosa di insolito, qualcosa che non vuole nessuno ma, covato da una regina, diventa un galletto vivace che porta scompiglio in tutta la corte. Cosa fare allora con un animale così ingombrante? Una fata può cambiare il suo aspetto, ma non può cambiare quello che è veramente.

Ma forse il galletto non va “cambiato”, va assecondato, e solo così può diventare un re.

Una fiaba sulla diversità che fa paura, ma solo fino a quando viene combattuta.

Questo libro ci insegna che se si vive la diversità cercando di correggerla si ottengono solo schiamazzi e piume arruffate, ma se si asseconda, può arrivare a fare grandi cose.

Infine una curiosità: la fiaba di Luigi Capuana ha ispirato il nome della casa editrice Uovonero.

 

di Haider Bucar

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