Settimanale Azione - 24 agosto 2020
La casa editrice uovonero, attenta alle diversità e all’inclusione, festeggia i dieci anni e ci propone, in libero adattamento di Sante Bandirali e con le espressive illustrazioni di Alicia Baladan, la fiaba di Luigi Capuana da cui prende il nome. L’adattamento ne ripercorre i punti salienti: la contadina che non riesce a vendere l’uovo nero e allora, su consiglio della gallina, lo porta al re, la regina che lo cova nel suo seno, dando vita a un galletto tanto vivace quanto invincibile, che riuscirà addirittura a uscire illeso dalla pancia del re, il re che lo adotta come figliolo, la metamorfosi del galletto in giovane uomo e – vero motivo cruciale della storia – la malinconia del ragazzo, che si sente un «diverso», che prova il desiderio di fare chicchiricchì. Ma molto sapientemente la narrazione di Sante Bandirali non punta a estirpare quest’anomalia nel ragazzo, spremendone fuori l’ultima goccia di sangue gallesco e facendone un «uomo davvero» come nel testo di partenza. Lo lascia invece esprimere con gioia, a pieni polmoni, il suo bel chicchiricchì, perché ci sono molti modi di essere uomini davvero, e la reginotta di Spagna, che diverrà sua sposa, lo amerà così com’è.
Viene in mente la storia tradizionale ebraica del principe che si credeva un pollo, con il quale solo un uomo saggio, in grado di cambiare il punto di vista convenzionale, potrà entrare in relazione. Solo una saggezza profonda accoglie infatti coloro che, senza far male a nessuno, si discostano dalla presunta norma. Fosse anche per il desiderio di fare chicchiricchì. E i bambini lo sanno.
di Letizia Bolzani