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La CAA alla scuola dell'infanzia: Il lupo e i sette capretti

Ascoltando le figure - settembre 2020

Ieri vi ho raccontato perché utilizzare la CAA con i bambini 3/5 anni e potenziare così i loro prerequisiti linguistici, logici, spaziali, … considerando questo linguaggio come una possibilità per tutti e non solo come un linguaggio per chi ha difficoltà. (trovate l’articolo QUI)

Oggi iniziamo ad entrare nello specifico dei singoli libri partendo da un grande classico” Il lupo e i sette capretti”

Il lupo e i sette capretti

Questa storia è stata scelta poiché rimane ancora molto raccontata nelle case e tanti bambini già la conoscevano.
Siamo in cucina, in una mattina come le altre e vediamo una mamma capra che osserva i suoi 7 capretti fare colazione.
Ognuno di loro è ben caratterizzato: C’è chi legge, chi sonnecchia, chi appare triste, chi divertito, …
Dopo colazione, mentre i capretti sono in salotto, la mamma, con tanto di dito alzato dice: "Non aprite la porta a nessuno".
Come sappiamo il lupo si presenta poco dopo alla porta e a forza di creare strategie per farsi aprire riesce ad ingannare i capretti. La porta si apre e…
Anche se forse tutti conoscete la fine non amo gli spoiler, anzi di solito qui mi fermo e chiedo: “Secondo voi adesso cosa succede?”

Perché ho scelto questa edizione della storia

Ho scelto l’edizione cartonata edita da Uovo Nero, scritta da Enza Crivelli e illustrata da Andrea Alemanno per alcune caratteristiche:
- È un libro cartonato con struttura rinforzata con pagine sagomate rende questo libro solido e gli ha permesso di sopravvivere a strattoni, cadute, … perché l’idea di base è che il libro va vissuto e messo a disposizione di tutti.
- La forma sagomata sfogliafacile, ideata e progettata da uovonero facilita la manipolazione anche dei più piccoli rendendo la fruizione più scorrevole
- È scritto in CAA con l’associazione immagini / parole
- Ha illustrazioni ben definite che i bambini riescono a cogliere facilmente

Spunti di cui abbiamo lavorato in sezione

Tra le tante storie che ho proposto il lupo e i sette capretti è sempre stata la prima perché molto nota ai bambini e con pochi simboli “molto complessi”. Solitamente però il lavoro su questo libro avveniva in due momenti differenti.

Giochiamo a riconoscere le immagini

La prima volta guardavamo le pagine insieme: possibilmente proiettando a doppia pagina in modo da farla vedere a tutti o a piccolo gruppo con solo il libro e cercavamo di trovare le parole note.

Nella prima pagina, ad esempio, la parola mamma Capra è rappresentata dall’illustrazione della mamma nella posa che troviamo affianco e ciò facilita il riconoscimento. C’è poi il 7 che molti dei più grandi già riconoscevano e la testa dei capretti

Con i bambini di 3 / 4 anni si passava a leggere tutta la storia indicando le immagini con il dito e soffermandosi a chiedere a loro quelle più riconoscibili, mentre con quelli di 5 si cercava di scoprire insieme tutte le parole ovviamente aiutandoli laddove fossero in difficoltà

Infine ci siamo soffermati a osservare i personaggi e spesso i bambini ci hanno chiesto di poter disegnare il loro personaggio preferito

Scopriamo i simboli delle azioni muovendoci nello spazio

Dopo aver letto la storia siamo passati ad osservare le azioni: cosa vogliono dire le frecce quale gesto indicano?

I primi li abbiamo ragionati insieme poi abbiamo iniziato a mostrare il simbolo, a farlo cercare ai bambini nella pagina e a chiedere loro cosa rappresentava. Questo gioco è sempre piaciuto moltissimo e, in più di una occasione si è trasformato presto nel gioco dei mimi. 

I segni dello spazio

Gli indicatori spaziali dentro, fuori, sopra, sotto, sono molto importanti sia nella comunicazione sia per orientarsi nello spazio e sono una delle prime cose su cui si lavora in geografia con i bambini di 6 anni.

Questi concetti, per noi molto semplici, sono invece spesso complessi per i bambini quindi iniziare ad approfondirli anche simbolicamente già dalla scuola dell’infanzia può essere un grande aiuto per lo sviluppo del bambino.

Dopo aver guardato insieme i simboli abbiamo creato un cartellone con un quadrato che contenesse velcro in diversi punti e abbiamo giocato con i bambini a posizionare il puntino nei punti giusti.

Dopo che tutti avevano fatto questo gioco più volte siamo ritornati ai nostri simboli e con l’aiuto dei cerchi abbiamo sperimentato la “lettura motoria”.

L’insegnante mostrava il simbolo e il bambino doveva posizionarsi rispetto ad esso dicendo a voce alta quale indicatore spaziale rappresentasse.

Con i 3 anni la decodifica era fatta insieme, con i 4 anni si è partiti insieme e poi con il tempo si è resi autonomi i bambini, con i 5 anni dopo la prima volta si è lasciato che si muovessero liberamente

Ovviamente il gioco è stato fatto più volte durante l’anno e si è rivelato un’attività interessante anche durante la didattica a distanza

Numeri ordinali e cardinali

Nel secondo incontro, soprattutto con i 5 anni, ci siamo invece soffermati sui numeri che si trovavano dentro al libro e abbiamo parlato della differenza anche visiva tra ad esempio 6 e sesto.

La CAA in questo è molto immediata perché come notano subito i bambini per dire 6 basta il numero per dire sesto ci vogliono tutti i numeri da 1 a 6 perché sei sesto solo in rapporto ad altri

Le parti del corpo

Altro spunto interessante sono le parti del corpo utilizzate nella CAA.

Mamma capra dice di No con il dito, ma potrebbe farlo con quali altre parti del corpo?

Il lupo ha i capretti dove?

Nel simbolo del bussare vediamo quale parte del corpo?

Sembrano domande banali, ma è interessante vedere come dopo alcune sollecitazioni i bambini, autonomamente ricercassero parti del corpo nella CAA e fossero felici anche a distanza di giorni di farci conoscere le loro scoperte autonome.

Queste sono solo alcune delle tante esperienze che sono state fatte con questo libro poiché ovviamente ogni sezione ha sviluppato un proprio percorso.
Spero che la nostra esperienza possa essere d’ispirazione anche a voi e mi piacerebbe moltissimo conoscere le vostre esperienze o le vostre opinioni in proposito.

di Silvia Pighetti

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