Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza - 28 ottobre 2020
Quella sensazione di cieco terrore che ti assale mentre dormi e non sai che sei in un incubo, e annaspi cercando di urlare e quando alla fine ci riesci, ti svegli e il tuo cuore batte fortissimo.
Nei sogni di Sandie - che ha solo 9 anni - cʼè un cane nero, che la segue e rincorre, con un respiro penetrante e famelico, una sagoma nera enorme. Un incubo talmente ricorrente e spaventoso da spingere Sandie a non dormire. Il problema è che poi si addormenta a scuola e la preside consiglia alla dre di farla visitare da uno specialista. La neuropsichiatra suggerisce di adottare un cane, come una specie di antidoto.
Il bellissimo cucciolo che portano a casa è molto intelligente ed è davvero di conforto per la piccola Sandie: dorme sotto il suo letto e quando la ragazzina comincia a lamentarsi nel sonno, la cagnolona emette un latrato e la tira fuori dallʼincubo, mantenendo lʼombra nera a distanza. E infine l'ombra nera non appare più.
Sandie va all'università e tutto va per il meglio, finché il suo cane Conny muore proprio il giorno in cui scopre di essere stata accettata nella polizia. Gli incubi tornano, Sandie dorme troppo poco e il suo lavoro ne risente, le consigliano di consultare un medico, che le parla di depressione, ma lei non è convinta e non prende le pillole prescritte.
Un giorno, lei e il suo collega della polizia vengono chiamati per un episodio di violenza in un condominio e, dopo due spari, Sandie sale sul tetto e si trova faccia a faccia con un uomo con una pistola… Ed ecco che appare il cane nero, proprio come nel suo incubo, con gli occhi fiammeggianti, e Sandie capisce: il cane è la morte.
Poche pagine per un racconto che apre abissi di paure, terrori reconditi, depressioni inconfessate, vite attraversate da incubi arcani che non sempre si evolvono in tragedie.
Mal Peet è un maestro nei racconti intimistici, ha una potente percezione dell'animo umano, che trasforma in osservazione e riflessione: la sua è una scrittura filmica e nella sua brevità e facendo uso di metafore, trasforma le sue pagine in un testo adatto a tutti.
Lo abbiamo già apprezzato ne “Il nostro albero“ (ne parlo qui
https://bit.ly/37OwPdL), sempre grazie a Uovonero e alla traduzione di Sante Bandirali.
Le incredibili illustrazioni di Emma Shoard, pur essendo molto lineari, riecheggiano magistralmente gli eventi principali del testo e ne richiamano emozioni e temi attraverso un uso spettacolare e sottile di forme, ombreggiature e colori.
di Angela Articoni