Avvenire - 1 marzo 2021
Quando per la prima volta sul campo da tennis Floyd va in crisi, tutti pensano che il ragazzo si sia spinto al limite. E che abbia solo bisogno di rallentare e distrarsi un po’, limitare la fatica e lo stress. A soli quindici anni Floyd è una promessa del tennis britannico, un campione in progress lanciato verso traguardi sempre più prestigiosi. Un giocatore eccellente che tiene in mano la racchetta, adattata alle sue braccia piccine, da quando di anni ne aveva due. Il cavallo di razza straordinario che suo padre ha allenato con determinazione e orgoglio, investendo su di lui le proprie aspettative giovanili andate in fumo. A sua volta tennista di classe aveva dovuto abbandonare lo sport dopo un grave incidente, e così aveva messo in piedi un’azienda di costruzioni di campi da tennis e iniziato ad allenare suo figlio. Promettendogli in premio un pesciolino per il suo acquario, l’altra grande passione del ragazzo, ad ogni vittoria. A Floyd giocare piace molto e si diverte.
Di questo è convinto, almeno fino a quando non finisce nello studio dello psicologo dottor Pinner. A raccontagli che da qualche tempo un giovane uomo vestito di nero gli appare improvvisamente disturbandolo durante un torneo o mentre si sta allenando, dichiarandosi suo amico e dicendogli cose di cui però lui non capisce il senso. Si chiama Mike ed è un vero problema. Il problema, perché Floyd è il solo a vederlo. Come quegli amici immaginari che accompagnano alcuni bambini nei primi anni di vita e poi con la crescita improvvisamente scompaiono. Questo è il quadro iniziale di Mike - un romanzo incalzante firmato da Andrew Norriss per Uovonero (15 euro) con un’indagine psicologica profonda e condotta come un giallo – un racconto che entra nel vivo di ciò che ciascuno desidera dalla propria vita e delle risposte che si riescono a trovare dentro di sé. Qui è il giovane protagonista Floyd a incarnare la difficoltà, il disorientamento e persino il dolore che si accompagnano alla ricerca esistenziale del proprio posto nel mondo. Un percorso che ha a che fare con le proprie inclinazioni e desideri ma anche con le circostanze e le pressioni familiari, a volte troppo incalzanti, per quanto sostenute dall’affetto. Floyd dovrà scoprire chi è Mike e quale ruolo gioca nella propria vita. Che fuor di metafora significa trovare la via maestra per sé stessi dentro le infinite possibilità della realtà. Strada faticosa sulla quale non sono indifferenti i compagni di viaggio. Una storia che si legge d’un fiato, lettura consigliabile agli adolescenti, che sicuramente nella ricerca di Floyd potranno identificarsi e agli adulti, per i quali c’è di che interrogarsi su se stessi e sul destino dei giovani. Dai 15 ai 99 anni.
di Rossana Sisti