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Recensione di Una specie di scintilla su Inkbooks

Inkbooks - 13 maggio 2021

“Se qualcuno mi avesse detto per un tempo abbastanza lungo che ero una strega, avrei potuto iniziare a credergli.
Sembra più facile a volte, vero? Credere alle cose brutte invece che a quelle belle.”

Spesso nella vita è più facile semplificare, categorizzare il mondo in giusto e sbagliato, normale ed anormale, accettabile ed inaccettabile.
Essere autistici ricopre sovente tutte queste categorie: sbagliato, anormale, inaccettabile. Ed Addie, l’undicenne protagonista del romanzo d’esordio di Elle McNicoll “Una specie di scintilla” (Uovonero edizioni), si sente quasi sempre così: fuori posto, diversa, disabile.

Addie è “semplicemente” neurodiversa, ovvero  una persona che possiede una struttura cerebrale atipica e che elabora le informazioni differentemente.
Una semplice variazione umana. Preziosa, quanto unica.
Ma la vita della giovane Addie è molto dura. Compagne di scuola, insegnanti, tutti al di fuori della cerchia famigliare sembrano faticare a riconoscere in Addie un valore aggiunto, oltre alla sua diversità.
Finchè un giorno,  per caso, dopo aver seguito una lezione di storia locale, la piccola Addie inizia a comprendere che le discriminazioni, le angherie di cui è vittima ogni giorno hanno abitato anche il passato e che l’ignoranza umana spesso induce l’uomo a distruggere ciò che non conosce e che lo intimorisce.
Addie rimane sconvolta di fronte alla storia delle streghe di Juniper: donne fragili e sole, torturate e condannate a morte per la loro diversità.
Da quel giorno in poi Addie avrà una sola missione: convincere gli abitanti di Juniper ad innalzare un memoriale in onore  delle streghe uccise. Per non dimenticare, per comprendere, per imparare a non dividere più il mondo in accettabile ed inaccettabile.

Una specie di scintilla” è un libro coraggioso, scritto da una ragazza neurodiversa per i neurotipici come noi, che ogni giorno fatichiamo a vedere ciò che va oltre l’apparenza, a capire davvero chi non parla come noi, non sente come noi, non reagisce come noi.
Un romanzo per giovani lettori che racchiude in sé un importante messaggio di speranza:

“Penso che essere diversi sia una buona cosa. Finchè non si fa del male a nessuno. Nel mondo abbiamo bisogno di tutti i tipi di diversità. E so che alcuni pensano che questa cosa mi sia stata messa in mente da qualcuno. Tutto quello che posso dire è che se lo credete, probabilmente non conoscete nessuna ragazza autistica.”

di Roberta Taverna

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