Alley Oop - Il Sole 24 Ore - 7 settembre 2021
Già. Se ne parla poco. E sebbene si faccia fatica a crederlo, essere plusdotati non significa aver vinto alla lotteria e assicurarsi automaticamente un futuro radioso e di successo per i propri figli. Forse è proprio questo il primo equivoco in cui si rischia di cadere. Non bisogna chiamarli “geni”. Spesso questi ragazzi hanno solo bisogno di essere capiti e compresi, come accade al protagonista de “La Fisica degli Abbracci”, l’ultimo libro di Anna Vivarelli, (Uovonero Edizioni, 2021, €14,00). Will scrive che “A nove anni sono entrato a Cambridge e a undici mi sono laureato. A dodici anni tenevo un corso al Trinity College sulla teoria dei campi e mi specializzavo in fisica delle particelle. A quattordici anni, sette mesi e sette giorni sono morto”. Will, ragazzo dalle performance eccezionali, però, avrebbe solo bisogno di una vita “normale”, di persone che sappiano stargli accanto, come Dora, una badante rumena, incontrata per caso.
di Enza Moscaritolo