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Recensione di Una piccola cosa senza importanza su Ascoltando le figure

Ascoltando le figure - 7 febbraio 2022

Tra tutti i romanzi letti nel 2021 quello che più mi ha toccato dentro è stato “Una piccola cosa senza importanza. Cronache lunari di un ragazzo bizzarro” un titolo lunghissimo che va però citato tutto poiché queste due frasi rappresentano le due grandi anime di questa storia.

È un romanzo di sole 165 pagine, ma che ha bisogno di tempo per essere letto perché ogni pagina ha un grandissimo valore. Si parla di differenze, di disabilità, di amicizia, di rapporti genitoriali, di bullismo, di bambini soldato e di tanto tanto altro.

Un libro che vi consiglio di leggere se avete dai 14 anni in su.

Una piccola cosa senza importanza. Cronache lunari di un ragazzo bizzarro: trama

Sacha Sourieau ha tredici anni, la sindrome di Asperger e vive nei posti più disagiati del mondo.

È stato ritirato da scuola dopo che alcuni bulli hanno rischiato di ucciderlo e ora si trova in Congo dove la madre, medico per una ONG, si occupa di dare assistenza ai Kadogo ossia i bambini soldato. In swahili Kadogo vuol dire “una piccola cosa senza importanza”

Un giorno all’accampamento arriva Destinèe una quindicenne kadogo che è stata venduta dai genitori per diventare bambina-soldato e ha vissuto la ferocia della guerriglia. Schiva e dura la ragazza sarà tra i pochi che riesce a capire davvero Sacha con cui diventa amica.

I ragazzi si confidano i loro progetti. Sascha vuole scrivere “Storie di Pigreco” un racconto in cui la successione delle parole ha la stessa lunghezza dei decimali del pi greco e che aiuterà le persone a ricordarli meglio.

Destinèe vuol tornare al campo dei guerriglieri, riprendersi il figlio e poi far ritorno al proprio villaggio per vivere una vita serena con il figlio e la madre. Per realizzare questo suo desiderio crea un piano che appare perfetto, ma dentro il quale, per sbaglio, finirà anche Sacha.

Inizia così un’avventura tanto emozionante quanto reale che porterà il lettore a vivere questo mondo e a compiere un viaggio che non dimenticherà facilmente

A chi lo consiglio?

Lo consiglio a tutti i ragazzi dai 14 anni in poi non come lettura condivisa, ma come storia da leggere da soli in un lasso di tempo ragionevole per poi discuterne insieme. Noi abbiamo diviso il testo in tre parti, ci davamo 15 giorni per leggere e riflettere su quella parte e poi ci incontravamo per parlarne e confrontarci. I libri alla fine erano pieni di colori, post- it e appunti, ma tutti i ragazzi del gruppo (che vedeva lettori dai 14 ai 17 anni) hanno alla fine deciso di proporre questo libro ai loro amici poiché lo hanno ritenuto di grande valore.

 La nostra esperienza con questo libro

A volte i ragazzi ti chiedono qualcosa che risponda a precise domande e in quel momento devi avere nel cassetto risposte ricche di significato.

Il primo libro che ci aveva appassionato da questo punto di vista era stato “Golfo” (che trovate QUI), ma in questo romanzo c’è qualcosa che ha suscitato ancora di più il confronto: il fatto che Sacha sia un ragazzo molto simile ai nostri lettori, ma che vive una guerra quotidiana chiamata autismo e discriminazione.

Non è difficile provare empatia per questo personaggio simpatico e indifeso che si trova a lottare contro bulli e discriminazioni e che si sente un ragazzo bizzarro poiché è abituato a sentirselo dire, ma nella vita reale che rapporto abbiamo con i ragazzi autistici che sono vicino a noi?

Per capire più da vicino che cosa sia l’autismo abbiamo deciso di seguire per alcuni giorni le sfide del libro che trovate QUI in modo da metterci nei panni di Sacha e per iniziare a guardare in modo diverso anche altri ragazzi che ci stanno vicino, perché il dubbio di comportarsi come alcuni personaggi il libro l’ha insinuato in tutti i lettori.

 La maternità ha tanti volti

La storia ruota intorno a due madri: la madre di Sacha e Destinèe, ma che riflessioni ci suscitano queste madri?

La madre di Sacha all’inizio ha creato disappunto nei ragazzi che la accusavano di pensare troppo poco al figlio e di metterlo a rischio portandolo in un posto in cui alcune sue difficoltà venivano accentuate.

Poi pian piano il giudizio è cambiato. In un’età come i 15- 17 anni in cui il mondo è bianco o nero questo libro ha creato una discussione sul grigio, sulle motivazioni di questa madre e sugli effetti benefici che questo stile di vita ha anche portato al ragazzo.

Dall’altra parte c’è Destinèe che è stata venduta dai genitori ai guerriglieri per soldi che diventa bambina- soldato ma che è stata obbligata a sposarsi ed ha un figlio che ha dovuto lasciare in uno dei luoghi più brutti del mondo. La ragazza ora potrebbe avere una vita tranquilla ed invece rischia tutto per riavere suo figlio e per poi ritornare dalla sua mamma nel villaggio.

Ecco un nuovo grigio che si colora di tanti colori: il colore dell’amore, della comprensione per chi ti ha distrutto la vita, la rinuncia alla propria fortuna per non far vivere la stessa cosa al proprio ragazzo…

Tante le sfaccettature e tante le discussioni che nascono nei ragazzi

di Silvia Pighetti

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