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Recensione di Una piccola cosa senza importanza su LiBeR

LiBeR 133 - aprile 2022

Raccontare due personaggi come Sasha e Destinée di Una piccola cosa senza importanza è tutt’altro che facile, perché per loro natura recalcitrano a qualunque definizione. Di certo sono acuti, sfaccettati, sensibilissimi, prefigurazione di come potrebbe essere il mondo se invece di discriminare, sfruttare, annientare, attingesse alle immense qualità umane di tutti coloro che arbitrariamente sono bollati come privi di valore. Una chiave però può arrivare dal sottotitolo del romanzo di Catherine Fradier: Cronache lunari di un ragazzo bizzarro dove, con un rimando al Bradbury di Cronache marziane, si allude alla capacità di visione di chi narrerà la storia in prima persona – Sasha stesso – un ragazzino che sa capovolgere la miseria della prospettiva terrestre come se guardasse da un altro pianeta, ama i racconti degli esploratori, non sa mentire ed è consapevole di come la maggioranza delle persone lo consideri un irregolare da escludere e da vessare. Di sé Sasha scriverà che ha 13 anni 9 mesi e 6 giorni, che accompagna la madre medico in una delle sue missioni umanitarie e che adesso si trovano nell’inferno del sud del mondo nel Kivu, zona della Repubblica Democratica del Congo dove da vent’anni si consuma una guerra. Dirà che conosce il nepalese, che mangia sempre da solo e non sopporta i cibi marroni, che sa calcolare a mente e che conosce il bullismo più efferato perché “imparare a vivere con Asperger non è la cosa più difficile. È con gli altri che bisogna imparare a vivere”. Di Destinée, ragazzina ospitata alla ONG in cui ambienta le sue cronache, scriverà che è nata da uno stupro – lì avviene di madre in figlia – che non conosce nemmeno la sua età, né la scuola, che è stata rapita dai ribelli e costretta a farsi “kadogo”, cioè bambina soldato (in swahili “una piccola cosa senza importanza”), che ha conosciuto il matrimonio e la maternità precoci, la violenza del marito, e che ora vuole riprendersi il suo bambino. Destinée scrive poesie nella sua testa, Sasha è un poeta dei numeri: si scambieranno gentilezza, ascolto e rispetto. Nel romanzo vivranno un’avventura tragica di formazione. Come scoprirà chi vorrà immergersi in quest’opera coraggiosa e potente, poetica e politica insieme.

di Maria Grosso 

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