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Recensione di La fisica degli abbracci su Il Rosicchialibri

Il Rosicchialibri - 1 settembre 2022

Will è un genio.

Will a quattordici anni, sette mesi e sette giorni è morto.

Però anche se sembra la fine, questo è solo l’inizio della storia, perché -come ho scritto sopra- Will è un genio.

A Cambridge la sera del ventun settembre Guglielmo (Will) Malvasi esce da una delle salette riservate ai docenti e sparisce senza portare nulla con sé.

Questo è quello che viene riferito alla sua famiglia, ma il lettore ritrova Will a Torino, a una fermata dell’autobus, la stessa fermata dove Dora ogni sera aspetta il mezzo che la riporta a casa dopo il lavoro.

In questo momento le vite di Will e di Dora si intrecciano.

Will ha un quoziente intellettivo di 180 e fin da piccolo è stato fagocitato da obblighi che gli hanno spalancatole porte di Cambridge, ma gli mancano una famiglia e degli amici veri. L’unico modo di lasciare quella vita che non ha scelto è quello di morire (o lasciarlo intendere).

Dora è una badante romena al servizio di una donna scorbutica e passa le sue giornate a sopportare una vita e una datrice di lavoro che non le piacciono. E’ rassegnata a interpretare il ruolo che il destino le ha imposto, anche lei non ha amici e ha accettato di vivere una solitudine fatta di gesti ripetuti e romanzi rosa di seconda mano.

L’incontro fra due personaggi così diversi fa scattare qualcosa.

Quando Dora incontra Will capisce immediatamente che deve aiutare quel ragazzo.

Così, lentamente, due solitudini si intrecciano e diventano una famiglia. Entrambi scoprono nell’altro quello che gli manca di più: Will trova in nella donna la madre che non ha avuto e Dora accoglie in casa sua il ragazzo come se fosse il figlio che ha perso.

Il rapporto fra il ragazzo silenzioso e la donna chiacchierona matura pagina dopo pagina mentre entrambi ne traggono beneficio, anche se non se ne accorgono. Eppure continuano a fare le scelte giuste, magari dettate dal cuore di Dora, forse orchestrate dalla logica spiazzante di Will, ma tutti e due evolvono diventando la migliore versione di loro stessi.

Anna Vivarelli compone un romanzo perfetto dove imbastisce un dialogo fra due mondi agli antipodi senza essere mai banale. Dora e Will sono due anime che si incontrano, si completano e decidono di percorrere un pezzo di strada insieme rispettando uno le “stranezze” dell’altro.

Una scrittura fluida e sapiente poi invita il lettore a proseguire per sapere come si evolve il rapporto fra i due protagonisti (quasi mi è dispiaciuto arrivare alla fine).

Un libro che per un lettore è una boccata d’aria fresca anche solo per le parole che scorrono come musica sulle pagine.

di Haider Bucar

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