Trama: Anni Duemila, New York.
Hank si butta nello studio come mai prima di allora e, con l’aiuto degli amici, si maschera da squalo, fa compiti di spelling (che difficili!) e si impegna in matematica.
Arriva infine il gran giorno della pagella.
I voti saranno migliorati? Hank potrà finalmente prendere un cane? E se sì, sarà in grado di occuparsene?
Tra piccoli grandi disastri ed un aiuto inaspettato, Hank impara che…
Commento: Torno dopo anni a sentire un libro letto ad alta voce per me da altri. E dopo i racconti a letto della mia mamma, ecco che questa volta è toccato al mio Emanuele, che trionfante me lo ha portato a casa da scuola dicendo che la maestra glielo aveva assegnato e che doveva essere letto in un mese.
Appena lo vedo rimango sbalordita nel vedere l’autore, anche perché non avevo mai sentito nominare questo romanzo.
Henry Winkler? Proprio quell'Henry Winkler???? La risposta è sì. Si tratta davvero di Fonzie di Happy Days.
Io adoro Henry Winkler (per me è anche l’incredibile protagonista del film di Natale Un ospite a sorpresa del 2008). Lo reputo una persona stupenda, solare, aperta verso il mondo e la vita ed ho accolto questa lettura con entusiasmo.
Henry Winkler e la dislessia
Nel romanzo Henry Winkler ha riversato i problemi della sua infanzia. Da sempre, infatti, ha avuto difficoltà di apprendimento e grande fatica nell’imparare come si scrivono le parole (aveva molta difficoltà anche a leggere i copioni!). Solo a 31 anni, però, ha dato un nome a queste caratteristiche: dislessia.
Hank è una sorta di alter ego, quindi. Ma forse qualcosa di più. Un bimbo come lui, in un mondo migliore, che capisce le sue connessioni diverse nel cervello e le aiuta anziché prenderle in giro.
Significativo che il libro sia scritto negli Usa con un carattere ideato proprio per i dislessici (creato da un papà olandese per il figlio dislessico), e anche in Italia è scritto con un carattere e una grafica ad alta leggibilità.
In un’intervista del 2019 al Corriere della Sera Winkler ha detto: “Oggi, da padre di due figli dislessici, so che la cosa giusta da dire è: ‘Provaci al massimo delle tue possibilità e va bene così’”.
L’identico messaggio che passa attraverso il personaggio di Hank e la sua famiglia. Un messaggio forte, che cattura i giovani lettori e li spinge ad impegnarsi e a tuffarsi e poi… accada quel che accada!
Le serie di Hank
Breve storia di un lungo cane è il secondo volume della serie Vi presento Hank al momento composta da 12 volumi (di cui 4 finora tradotti in italiano) e che presenta Hank Zipzer in seconda elementare (quando il bimbo ha problemi di apprendimento ma non gli è stata ancora diagnosticata la dislessia). Sebbene temporalmente venga prima, in realtà è stata pubblicata dopo della serie con cui Hank Zipzer è divenuto famoso: Hank Zipzer il Superdisastro, composta da 17 volumi (di cui 10 attualmente tradotti in italiano), che ripercorrono le avventure di Hank in quarta elementare (e dove la famiglia è già consapevole della sua dislessia).
La cosa che mi ha colpito di più del libro è stato quando Cheerio, il cane, appena arrivato a casa Zipzer, combina vari guai e Hank spiega alla madre che la colpa era stata sua, perché era stato lui a non mettere Hank nelle condizioni di agire correttamente.
Nel leggerlo Emanuele mi domanda: “Ma si prende lui la colpa, anche se il guaio lo ha fatto Cheerio?”.
Ebbene sì, in quella domanda, e nella conseguente risposta, c’è il primo seme sulla responsabilità e tramite queste pagine divertenti e buffe è indubbio che i più piccoli lo faranno piano piano germogliare.
Stelle mozzafiato: ****
di Diletta Nicasto