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cartadocente

Billy che non esiste

storiegirandole.it -  27 ottobre 2022 

Pam Smy ha la capacità di narrare la vita usando la suspance e il thriller.

In Il nascondiglio, tradotto da Sante Bandirali e editato da uovonero, riesce a creare tensione e paura  intorno a una storia di violenze domestiche. E lo fa senza banalizzare. Come in Thornill (http://www.uovonero.com/catalogo/i-geodi/558-thornhill) il racconto è affidato alla parola e alle immagini. Se in Thornill la parte iconica narrava una storia e la parte della parola scritta ne narrava un’altra che pur con la prima si intrecciava, in Il nascondiglio il rapporto tra parte iconica e quella della parola è diverso.

Quando siamo con Billy le figure narrano i luoghi e i personaggi, quando siamo con la madre Grace, non ci sono figure; forse non a caso.

Billy è stanco di farsi piccolo, piccolo e di cercare di non esistere per non scatenare le violenze del compagno della madre. Vorrebbe tornare a prima, quando erano solo loro due, felici, sorridenti e con la casa sempre in disordine per il tanto giocare. Ora non più. Anche Grace vorrebbe, ma è immobilizzata dalla paura e dall’incapacità di reagire; a volte si chiede come sia potuto accadere tutto questo. Jeff il suo compagno, quello che l’ha salvata e ha accolto lei e il suo piccolo si è rivelato una persona ossessiva, violenta  e maniaca dell’ordine e del controllo.

Billy ha tredici anni e non ne può più. Decide di scappare e di nascondersi in un vecchio bunker la cui apertura è nascosta da fitte edere e dà sul cimitero.

È il 30 ottobre, presto sarà Halloween; forse il cimitero sarà, come sempre luogo di scorribande. A lui non importa. Ben nascosto nessuno lo noterà. Ma le cose non andranno come spera. Uno strano vecchio che si aggira tra le tombe con forbici per potare e stracci per pulire lo vede subito ma decide di aiutarlo e di lasciarlo nascosto per un paio di giorni; dice anche che, di lì a qualche giorno, ci sarà un evento e che lui sta preparando, ma Billy non capisce di cosa parli.

Una compagna di scuola curiosa, vede la luce delle candele nel bunker e vi si intrufola; la sua presenza, anche se inizialmente non gradita, e la sua vicinanza saranno fondamentali per Billy.

La  madre di fronte alla scomparsa del figlio prende coraggio e si rivolge ai vicini – che non si gireranno dall’altra parte e l’aiuteranno – e alla polizia.

Il nascondiglio è uno splendido  romanzo a lieto fine,  pieno di concetti importanti.

La durezza delle violenze sulle donne che l’autrice racconta senza censure è mitigata dalla tenerezza di quel mondo di trapassati cui il vecchio stava preparando uno spazio pulito e curato per facilitare l’incontro che avviene ogni due novembre. Quei trapassati che ci portiamo dietro in quanto umanità e che Smy racconta attraverso la narrazione illustrata e le lapidi sulle quali si sofferma Billy.

di Carla Colussi

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