Mondo Padano - 4 novembre 2022
Un giallo (ambientato a Torino alla fine dell’Ottocento) dalla trama assai godibile, capace oltretutto d’approfondire un elemento d’estrema attualità com’è il disagio mentale, circa il quale ‐ oggi proprio come in passato, ahinoi ‐ ancora tanto pregiudizio esiste. Ne sono autori Anna Vivarelli e Guido Quarzo, entrambi al lavoro su un’opera (“Gabbie”, proposta nel catalogo della casa editrice cremasca “Uovonero” e contenuta nell’esordiente collana “I Geodi sonori”) arricchita dai disegni di Peppo Bianchessi, formidabile ‐ come d’abitudine ‐ a sottolineare i passaggi maggiormente ricchi di pathos di un testo studiato ad hoc per la piena soddisfazione dei lettori dell’età più differenti. «Anna e Guido, ormai da anni, sono conosciuti e apprezzati per la loro facilità di scrittura, nonché per la loro proficua esperienza nell’ambito della letteratura per ragazzi ‐ spiega Bianchessi ‐. Mi ha entusiasmato lavorare sulla loro produzione per vari motivi, in primis perché il plot di “Gabbie” è lineare e complesso nel contempo, giacché esso allude a un certo tipo di chiusura mentale che contraddistingueva la società: chiunque fosse stato “altro” rispetto ai cosiddetti “normali” era segnato a dito, essendo egli considerato diverso, “alieno”, se non addirittura pericoloso per l’altrui incolumità». Protagonista dell’opera ‐ in commercio da oggi (venerdì 4 novembre) e disponibile anche nel formato audio in collaborazione con “Emons Edizioni” ‐ è Stefano, il nipote adolescente del Direttore del Museo delle Scienze di Torino: un ragazzo senz’altro diligente e abitudinario, affetto da una serie di “stramberie” che la gente giudica ‐ con supericialità e con ignoranza ‐ affini alla pazzia.
«La figura di questo giovanotto è assai affascinante, e ben delineata dalla coppia di pluripremiati autori: attraverso di essa, io credo che si possa affrontare il libro mediante varie chiavi di lettura, intuendo persino quali fossero i tanti limiti (d’interazione, oltreché di pensiero) della società di allora ‐ prosegue Bianchessi ‐. Occuparmene, in termini grafici, mi ha concesso di svolgere un ampio lavoro di ricerca e di documentazione, necessario per ricostruire con verosimiglianza la città torinese di oltre un secolo fa».
Convenzioni ed etichette imposte dalla cultura del tempo, impreparata ad accogliere le scoperte della scienza quanto le lotte per l’emancipazione civile e femminile: eccoli, i temi basilari di un volume che ‐ per dirla ancora con Bianchessi ‐ «s’impegna, con intelligenza, a porsi in contraddizione con la teoria secondo la quale chi devia rispetto a una certa “traiettoria” dev’essere per forza malvisto, senza alcun solido motivo». Ammirato, mesi addietro, sulle pagine de “Il libro segreto di Long John Silver” (realizzato in coppia con Luca Crovi per “Solferino”), Bianchessi preannuncia intanto una nuova opera (la terza) offerta in coppia con lo scrittore/redattore milanese: «Si tratta di volume che intreccerà la figura di Alexandre Dumas con i Mille di Giuseppe Garibaldi: mi auguro si possa riuscire a ottenere l’ottimo successo dei due testi precedenti, sarebbe per me e per Luca una soddisfazione enorme».
di Fabio Canesi