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Recensione di Lilo su Giornale POP

Giornale Pop - febbraio 2023

Stavolta parlerò di Lilo, un libro della scrittrice argentina Inés Garland.

Premetto che non ho mai avuto un cane per via della mia allergia, ma nella mia famiglia c’è stato un cagnolino, Scooby, pur essendo di mia cugina. Non so che cosa significhi vivere con un cane in casa e amarlo a dismisura, ma so per certo cosa significa considerarlo parte della famiglia.

Quando ho iniziato la lettura di Lilo, nel piccolo e goffo cagnolino protagonista ho rivisto Scooby e non ho potuto fare a meno di sorridere a dismisura, cullato da una storia dolce ma anche spigolosa allo stesso tempo, per le tematiche importanti che tratta.

Lilo è un pastore tedesco un po’ diverso dai tanti altri pastori tedeschi: ha le zampine corte ed è decisamente più piccolo rispetto agli altri cani appartenenti a questa razza. Questo lo rende spesso imbarazzato e lo fa sentire diverso, al punto tale da doversi nascondere quando vede passare l’amata cagnolina Adele.

Lilo non si piace un po’ come gli adolescenti, però possiede tanti bei pregi, come la sua smisurata empatia e il suo intrepido coraggio, a cui fa spesso ricorso per correre in aiuto dell’amata padroncina Emi e sua nonna Ava.

Emi è anche lei protagonista di questo romanzo, anche se viviamo il suo personaggio soltanto attraverso gli occhi e la voce di Lilo. Una ragazzina timida e a volte anche un po’ testarda, che vive una situazione non molto piacevole a causa del cellulare, nel quale si rintana e di un bullo che sembra tormentarla. Per questo è sempre triste e scontrosa. Soprattutto con il povero Lilo, che cerca in tutti i modi di aiutarla.

Sarà proprio per aiutare la padroncina che Lilo finirà in una folle e divertente avventura, che lo porterà alla fine ad acquisire consapevolezza e a capire che non è soltanto l’aspetto che conta e che i legami sono importanti, soprattutto per affrontare le avversità.

Focalizziamoci un po’ sugli aspetti caratterizzanti del romanzo: in primo luogo mi preme parlare dell’imbarazzo di Lilo per le sue gambe corte. Nelle prime pagine il cagnolino esprime tutto il dispiacere per il proprio aspetto, dal collo in giù. Questo suo essere differente dagli altri lo porta a nascondersi davanti alla cagnolina di cui è innamorato e a farlo sentire non adeguato, rispetto ai tanti altri cani del parco (l’amico Lio per esempio).

La scelta di raccontare il cagnolino in questo modo da parte della Garland l’ho trovata interessante e attuale, perché alla fine si viene a creare un parallelismo tra quello che prova il cagnolino e i preadolescenti di oggi che vivono costantemente questo senso di inadeguatezza. Attraverso un così sapiente modo di raccontare fondato sulle similitudini, possiamo percepire Lilo più come un bambino che un cagnolino… se non fosse per la sua ossessione per la carne!

Come dicevo, questa è anche la storia di Emi e della sua difficile lotta contro un misterioso cyber-bullo che rende le sue giornate piene di tristezza. È proprio il cellulare, che ai più giovani sembra offrire un riparo dalle difficoltà quotidiane, a generare malcontento e nervosismo. Eppure, nonostante questo, la ragazzina continua a rintanarvisi e a scacciare tutti quelli che corrono da lei, Lilo in primis.

E ho trovato anche molto toccante la parentesi legata alla malattia di nonna Ava e a quello che le succede, perché ho rivisto quanto è accaduto anni orsono a mia nonna. Per questo quei capitoli dedicati a questo spiacevole avvenimento li ho trovati ancora più intensi.

Consiglio la lettura di Lilo a prescindere dall’età, perché pur essendo un libro per i più giovani trovo che possa essere una piacevole e veloce (l’ho divorato in un solo giorno) lettura anche per i più grandi.

La storia

I genitori di Emi sono partiti per un viaggio e lei rimane per qualche giorno con i nonni e il loro cane Lilo. L’animale si rende presto conto che Emi, un tempo affettuosa e giocosa, è ora una preadolescente testarda, attaccata al suo cellulare, che spesso si chiude nella sua stanza per piangere. Lilo, che ha una capacità speciale di percepire la tristezza e la paura attraverso gli odori, cercherà di scoprire, con l’aiuto di Olivertwist, un astuto cane randagio, e della misteriosa gatta Berenice, chi sta rovinando la vita alla nipote dei suoi padroni. Nella sua avventura, Lilo affronterà anche una paura che lo paralizza: Adele, la cagnolina che gli piace, non deve vedere che ha le gambe così corte.
Inés Garland racconta una storia di gestione della rabbia e del dolore, in cui il mondo degli animali e quello degli esseri umani si compenetrano in modo insolito. Premio di letteratura per l’infanzia Ala Delta 2019. Età di lettura: da 10 anni.

di Everpop

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