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Recensione di Una Specie di scintilla su Coffee and Books

Coffee & Books - 24 marzo 2023
 
È (ancora) difficile essere soddisfatti della recensione di un libro che ha come tema centrale ciò che viene chiamato disabilità: le intenzioni di qualunque autore vi si avvicini sono sempre buone e qualsiasi storia che sia costruita su una solida documentazione o sull’esperienza può introdurre i lettori a questa dimensione, mentre chi di questa condizione è protagonista si può vedere rappresentato. D’altronde, se nella saggistica (quella Oliver Sacks, per fare un esempio) ci si può limitare a un racconto dei fatti scevro di sfumature emotive, i romanzi e i racconti seguono schemi narrativi e perseguono il coinvolgimento del lettore, devono appassionarlo, la trama deve avere una progressione e reggere i meccanismi di riconoscimento del reale, deve essere coerente. Gestire tutta questa struttura senza cadere nella retorica e nel patetismo è davvero complicato.
 
L’autismo è tra queste condizioni una delle più utilizzate in letteratura e nel cinema, ha sempre esercitato grande fascino, ha goduto - si fa per dire - di un’aura di mistero e negli anni è stato rappresentato sempre più spesso. Già Isaac Asimov nel 1973 lo introdusse in un suo racconto (Stranger in Paradise), seguendo alcune linee di pensiero del tempo (il concetto di cura, perché si pensava si trattasse di una malattia) che oggi risultano obsolete; nel 2005 Jonathan Safran Foer ha infuso nel piccolo Oskar Schell di Molto forte, incredibilmente vicino alcune caratteristiche tipiche dello Spettro Autistico, mentre non si contano i libri di testimonianza scritti da genitori (anche in Italia sono molti) e da autistici in prima persona, Temple Grandin resta la più famosa tra le autrici del secondo gruppo, con la sua testimonianza ha aperto ai neurotipici la comprensione di questo mondo.
 
Tornando alla narrativa, romanzi e racconti con protagonisti nello Spettro scritti da autistici sembrano ancora pochi, specialmente nell’ambito della letteratura per ragazzi, e per questo Una specie di scintilla è un libro abbastanza unico che può aiutare i giovanissimi ad approcciarsi alla neurodivergenza e comprendere la propria condizione o quella di compagni e amici, uscendo dal silenzio che ancora troppo spesso incombe sui ragazzi e sulle famiglie.
 
Adeline, detta Addie, è una ragazzina di 11 anni. E’ autistica come una delle sue sorelle maggiori, Kiddie, che frequenta l’università. Nina, gemella di Kiddie ma non autistica, sembra completamente diversa da loro e ha una carriera da Youtuber. Addie e la sua famiglia abitano a Juniper, un piccolo villaggio scozzese in cui tutti sono a conoscenza della condizione della bambina e la utilizzano come scusa per screditarla e bullizzarla (letteralmente), sia a scuola che fuori, quando cerca di far valere le proprie ragioni. Solo alcuni adulti illuminati, come il bibliotecario della scuola, la comprendono.
 
Durante una lezione Addie viene a conoscenza della caccia alle streghe che si è consumata secoli prima a Juniper e inizia una campagna per la creazione di un memoriale in ricordo delle donne ingiustamente accusate di stregoneria e uccise.
La vita di Addie è dura, tutti i giorni deve affrontare un mondo che ha codici comunicativi per lei incomprensibili e per essere accettata compie un continuo sforzo di adattamento pur rimanendo fedele a sé stessa, e nonostante questo lavoro incredibile è continuamente vessata non solo dai coetanei, ma quel che è peggio, da molti adulti.
 
La trama, abbastanza semplice, è solida, un filo sottile ma tenace su cui l’autrice costruisce il racconto di sé; si avverte l’urgenza di comunicare la propria esperienza attraverso quella di Addie e della sua famiglia, la descrizione delle sue sensazioni amplificate, di come vede e percepisce il mondo e di come i genitori e le sorelle hanno imparato a conoscere e rispettare le sue necessità. Elle McNicoll fa parlare i suoi personaggi con le parole giuste*, cercando di non dimenticarne nessuna e facendo emergere dai dialoghi sia i pregiudizi del mondo che li circonda sia le affermazioni che la comunità autistica ripete per creare consapevolezza. Chi conosce anche solo dall’esterno l’autismo può trovare questo a volte un po’ forzato, quasi didattico, ma col progredire della storia gli elementi diventano meno rigidi e s’inseriscono nella narrazione più armonicamente. Conoscendo Addie ci si avvicina anche a personaggi pubblici conosciuti, come Greta Thumberg, la loro tenacia e la sofferenza profonda che provoca loro l’ingiustizia. Io stessa ho rivisto nella giovane protagonista i tratti di una ragazzina conosciuta anni fa.
 
Venendo alla dimensione puramente letteraria, Una specie di scintilla qualche difetto, pur perdonabile, ce l’ha, ad esempio l’estrema polarizzazione di alcuni personaggi, prima tra tutti l’orribile Miss Murphy, maestra di Addie, crudele e monodimensionale, talmente infame da farsi sfuggire con la bambina parole veramente spaventose, difficili da immaginare in bocca a un insegnante (anche se sappiamo che non c’è limite al peggio), anche se ammetto di aver sentito nel suo monologo finale l'eco di frasi ascoltate in diverse sale professori.
 
L’utilizzo di tanto lessico specifico può rallentare la lettura e non essere chiaro per molti ragazzi, forse avrebbe giovato una serie di note leggere e funzionali per chiarire i concetti, tutt'altro che scontati.
 
Qua e là nel testo si trovano riferimenti a scintille che sembrano venire fuori dal nulla, forse frutto della traduzione letterale o di un’immagine che non viene spiegata; infine il nonno, a cui è attribuita la frase in quarta di copertina, viene appunto citato solo in funzione di questa citazione, senza costruire un immaginario nella storia. Il finale è forse un po’ troppo ottimista, ma trattandosi di un libro per ragazzi è quasi una necessità.
 
Detto questo ho apprezzato molto la concretezza e la sincerità dei personaggi principali (Addie e le sorelle, soprattutto), l’abilità con cui Elle McNicoll non cade nel melenso e nel patetico; considerato che l’autismo ha ricadute sulla comunicazione e sul modo di pensare, è possibile che la mia mente neuro tipica individui come difetti elementi che sono invece caratteristici della mente neuro atipica, e penso che sarebbe interessante osservare in una futura produzione letteraria se si delinea una forma di sensibilità narrativa autistica.
 
Segnalo infine il font ad alta leggibilità adottato da Uovonero per questa pubblicazione, un'iniziativa sempre utile.
 
*Nella comunità autistica è in atto un dibattito sui termini per definire la condizione. In questa recensione ho cercato di attenermi alle scelte della comunità, mi scuso per eventuali errori.
 
di Ms Rosewater
 

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