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cartadocente

Matteo Gubellini

Andersen, numero 290 - marzo 2012

Un illustratore che nel volgere di qualche anno ha saputo, con la tenacia del provare e riprovare, crescere e maturare trovando strade nuove e coltivando la voglia di sperimentare e di osare.

Non me ne ricordavo più ma Gubellini era stato invitato a prender parte, nel 1999, alla rassegna Illustratori promossa dalla Città di Verbania e dal Premio Battello a Vapore della Piemme. Certo la cosa non mi stupisce perché viste oggi, quelle tavole risultano lontanissime, irriconoscibili. Modeste, aggiungo. Rammento bene invece i suoi lavori quando venne selezionato in due edizioni del Premio Teatro-Città di Chioggia (CircusMisterioso Oriente, se ben ricordo) per poi vincere nel 2005 la seconda edizione di Illustrissimi del Comune di Riccione. Era un segno ancora acerbo, ma che mi colpiva piacevolmente per l'uso di una tecnica non facile come quella dei gessetti colorati e per una sicura originalità che lo portava ad ampie volumetrie, a forme semplificate e intense e a decisi contrasti di forme e di luci. Scrivo questo perché, come per altri illustratori, mi piace sottolineare come non soltanto i percorsi non siano univoci e lineari, ma come sia decisiva la tenacia del provare e riprovare, la costanza che porta a crescere e a maturare. A trovare strade nuove e, in ultima istanza, la voglia costante di sperimentare e di osare. Del trovare sicurezza e fiducia in se stessi. Non a caso sono poi arrivati i libri con editori di livello (da Bohem Press a Prìncipi & Principi, da San Paolo a Artebambini, dalla spagnola OQO a Flies France). E per la casa editrice fondata da Andrea Rauch mi piace ricordare Nessuna differenza? albo dedicato alla Shoah, fone e insolito, talvolta straziante. Recensendolo per "Andersen" e citandolo quindi nel mio Raccontare la guerra, parlavo di "tavole nitide ma corpose, d'impianto 'classico'. Serene, percorse però da un sottile senso d'inquietudine e da una precisa tendenza a sottolineature di gusto espressionista. Un libro che implicitamente  richiede l'attenzione dello sguardo, sollecita il pensiero, invita all'esercizio indispensabile della memoria". Ho riportato queste righe perché mi sembra che ben si prestino anche a definire la produzione più recente di Gubellini e i non pochi volumi suoi apparsi negli ultimi mesi. Direi intanto che si possa distinguere fra opere rivolte all'infanzia e albi per adulti, o "per tutti". Non senza dir subito che fra tutta questa produzione corrono i fili rossi di un segno riconoscibilissimo e del medesimo impegno e serietà professionale.

Per i più piccoli, o per bambini che hanno difficoltà nell'apprendimento della lettura, vi è intanto una essenziale versione de I tre porcellini (pp. 32, euro 18,00, Uovonero, Crema 2011). Si tratta di un robusto carta nato con una particolare e felice sagomatura che lo rende comodamente sfogliabile; inoltre al brevissimo testo in stampatello maiuscolo si accompagna costantemente l'uso di simboli PCS (Picture Communication Symbols) volti appunto a rendere più facile e accattivante la lettura. Qui Gubellini, adoperando gli amatissimi gessetti, ci regala una versione a lieto fine del testo grimmiano, sulla scia di quella creata da Disney, ma l'ardire di certe inquadrature o il piglio (e il ghigno) deciso dei protagonisti, certe nitide deformazioni o sottolineature fra l'ironico e il grottesco volgono già ad altro. E certamente piaceranno per quel senso di attesa che circola fra le pagine, in una lettura che si tiene ben lontana da ogni zuccherosa tentazione. 
Un cenno meritano poi due volumetti per le edizioni in lingua francese della ELI. Luno è La Belle e la Bête, dove spicca l'intensa copertina, e quindi Le Roman de Renart. Qui gli antichi contrasti fra la scaltra e furbissima volpe Renart e il feroce e ingenuo Ysengrin sono svolti in modo sapido e vivace. E, a un'atmosfera nevosa mi riporta anche la bellissima copertina di questo numero. Una composizione calibrata e fiabesca, tenera e sospesa. Par quasi di leggere, nella saga di Narnia, le vicende di Lucy allorché, entrata nell'armadio delle pellicce si rende conto che, al posto della parete di fondo, "c'erano invece alberi. Quello era un bosco, e nel bosco c'era un sentiero. Nevicava: era già buio e nevicava".
Vengo adesso ai tre libri editi da Logos che peraltro meriterebbero un'analisi assai più ampia. Qui Gubellini rivela anche le sue doti di autore completo. Nel cimitero (pp. 22, euro 12,00) è un piccolo albo in formato oblungo. La storia di un viaggio o, per dir meglio, di una attrazione: "Le ombre dei cipressi si allungano e come tappeti mi invitano a entrare". Toni cupi, ombre immanenti, forme squadrate, ampi spazi metafisici, un gioco di toni che ci rimanda alla solennità masaccesca o ai paesaggi urbani di Sironi. Poi, improvviso, l'apparire di una grande e indistinta bestia nera, lanosa, zannuta e alata che trasporta con sé, in groppa, il giovanissimo protagonista. Una storia ricca di fascino e lasciata felicemente sospesa nel tempo e nello spazio.
A ciò rimanda anche il recentissimo Buzzati (pp. 30, euro 15,00), un singolarissimo omaggio al grande scrittore, pittore e illustratore.
Certamente Gubellini deve non poco all'aurore de I Miracoli di ValMorel, fosse solo per le precise suggestioni grafiche e per quel tanto di arcano che circola nella sua opera o, ancora, per il proficuo e calibrato incontro fra parola e immagini. Un omaggio malinconico e lieve e anche qui un'apparizione inaspettata: un grande cane che i due amici a spasso per val Brembana, incontrano nei pressi di Cassiglio. Una creatura pacifica e misteriosa che i due seguiranno irresistibilmente e che tornerà poi nei sogni notturni con una piccola, precisa rivelazione.
Chiudo con Dancing (pp. 48, euro 18,00), una sorta di impietosa (e lirica) indagine di un mondo, delle sue ragioni e della sua fauna.
Una sorta di anamnesi. Un libro monocromatico e vigoroso dove la mai sopita passione musicale di Gubellini si riaccende e nel quale soprattutto contano e pesano, in una straordinaria galleria di volti e di posture, gli odori e gli afrori, i rumori e le pause, le attese e il desiderio, le ombre e le luci, la monotonia e il disincanto.

Biografia

Matteo Gubellini è nato a Bergamo nel 1972, dopo il diploma al liceo artistico ha frequentato la Scuola del Fumetto di Milano.Tiene corsi e laboratori d'illustrazione per bambini e adulti e letture animate integrando i suoi spettacoli con musica e teatro di figura. Suoi lavori hanno meritato il premio della giuria a Lucca Junior nel 2011 e nel 2009. il primo premio a Strisce di jazz 2011 e a Illustrissimi 2006. Tra le sue ultime pubblicazioni: Buzzati (Logos 2012), La belle et la bête (ELI 2012), Dancing (Logos 2011), A visita dos domingos (OQO 2011), Nel cimitero (Logos 2011), Nessuna differenza?! (Principi & Principi 20 I I), I tre porcellini (Uovonero 2011), Le Roman de Renart (ELI 2011), Che piacere, signor Babau! e Un vero leone (Bohem Press 2010 e 2009).

Walter Fochesato

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