Il talento di Roma - 27 aprile 2023
Il Germoglio che non voleva crescere, altro albo illustrato che porta la firma di Britta Teckentrup, autrice e illustratrice tedesca, è fra le sue piccole meraviglie pubblicate da Uovonero edizioni. Riconosciuta in tutto il mondo, viene tradotta attualmente in 20 paesi e riempie parte degli scaffali di molte librerie.
A tratti “superate”, le sue storie sono per gli adulti qualcosa di troppo semplice e ovvio, ma per i bambini sono uno splendido specchio sui loro mondi interiori.
La trama è semplice, un piccolo germoglio che impiega tempo e non cresce come e quando deve, tutti sono più avanti in questo grande campo, ma lui resta rintanato. Poi, all’improvviso, spunta dal terreno in cerca di uno spicchio di luce, quasi completamente divorata dalle altre piante.
Arriva in alto questo germoglio, arriva lì dove la coccinella e la formica non avrebbero mai immaginato. Tutto è incantevole e pieno di vita, fin quando si affaccia l’autunno che avvia le foglie gialle e poi rosse e poi morte; fin quando arriva l’inverno col suo vento e la sua neve che spegne quel trionfo di colori. La morte sembra avere la meglio, ma qui basta il vento a trasportare polline e altri semi, pronti per germogliare quando lo riterranno più opportuno.
Questione di tempo del germoglio
Una questione di tempo quella del germoglio, che riflette anche il nostro bisogno ma anche una capacità persa, il saper attendere.
Il Germoglio che non voleva crescere, proposto da Uovonero su una carta spessa e opaca, rimarca la linea già sottile che distingue i libri per bambini da quelli per adulti. Gli interrogativi che nascono pagina dopo pagina sono attuali: perché se non nasce insieme agli altri, allora non vuole nascere? Perché ci si innamora di chi ha un suono diverso, sembra più piccolo e indifeso? Perché l’inverno, con le sue metafore, ci fa paura?
Un albo illustrato specchio di una società che vuole tutti sullo stesso livello sempre più alto, che non sa più attendere il passo dell’altro, che ha paura della fine.
di Ylenia Del Giudice