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Recensione di L'altalena su Sololibri.net

Sololibri.net - 17 novembre 2023

Non sono numerate le pagine di questo bellissimo volume edito da uovonero, di cui è autrice l’illustratrice tedesca Britta Teckentrup. L’edizione italiana, con un solido formato quadrato, si avvale della traduzione di Sante Bandirali.
L’altalena, titolo del libro, appare come una metafora dell’esistenza degli esseri umani, piccoli, grandi, vecchi, un luogo mitico su cui incontrarsi da bambini, di ritrovarsi da genitori o nonni, da fratelli, amici, amanti, fidanzati, nelle varie fasi della vita.

Scorrendo lentamente le tavole che l’autrice traccia con un grande leggerezza, tanto del tratto quanto delle infinite sfumature di colore, ecco distendersi davanti al lettore, piccolo o adulto, non è importante, un testo sul lato sinistro, breve o brevissimo: poche frasi, pochissime parole, che lasciano spazio alla fantasia che si ritrova nella tavola accanto, o spesso in due pagine appaiate, come se fosse più utile suggerire attraverso le immagini e le pennellate lievi di colore, piuttosto che affermare o descrivere.

“L’altalena era sempre stata lì”

Non si dice in quale luogo preciso, in che tempo, in che stagione; ma la si descrive di fronte al mare, immersa nella natura, un luogo dove incontrarsi, sedersi, pensare, stare soli o in compagnia, di giorno, di notte, in inverno, in primavera, in piena estate, in mezzo gli animali, ai fiori, alle piante.
La storia segue vari bambini, Lisa, Jill, Paula, Clara, Ella e Alex, Peter, un’amica immaginaria, Martha, e poi una coppia di amici, uniti fin da piccoli, ora divenuti una solida coppia anziana, Max e Paul.
Le stagioni si susseguono, il tempo passa inesorabilmente, mesi, poi anni, e anche l’altalena subisce una trasformazione: eccola “invasa completamente dalla vegetazione e dimenticata”, e Peter, uno dei bambini di allora, ha in braccio suo figlio, e nel ricordo felice della altalena della sua infanzia, inizia a lavorare per ripulirla. Seguendo il suo esempio altri si uniscono nel liberare dalle erbacce quel luogo che era stato la libertà, la felicità, il mondo nel quale si poteva volare, guardarlo da sotto in su, immaginare notti stellate, un mondo senza confini tra mare e cielo, giochi e avventure, una luce bianca che non aveva fine, abbagliante, mentre un aereo solcava il cielo sempre alla stessa ora, quasi a confermare lo scandire del tempo.

Le tavole del libro sono davvero incantevoli, i notturni evocano pensieri profondi, i colori sfumati e i ritratti spesso colti da dietro, danno un senso di indeterminatezza, quella che la vita molto spesso propone. Una delle tavole più belle, due bambine sedute sull’altalena con ombrelli coloratissimi aperti, a sfidare la “pioggia e catinelle” e la furia degli elementi: ma, insieme, sull’altalena si sentono al sicuro.

di Elisabetta Bolondi

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