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Spettro autistico: conoscere la sindrome di Asperger per intervenire in modo adeguato

Disabili.com, 31 luglio 2012

Una più diffusa conoscenza delle specifiche difficoltà consente approcci educativi mirati ed efficaci

 

Le difficoltà legate ai problemi dello spettro autistico sono numerose ed eterogenee e perciò spesso, ancora oggi, famiglie, insegnanti ed operatori faticano ad individuare strategie e metodologie efficaci. Negli ultimi anni, però, si sono susseguiti numerosi studi che, facendo anche tesoro della testimonianza di persone che vivono queste difficoltà in prima persona, possono aiutare a comprendere almeno un po' il "misterioso" mondo dell'autismo e, quindi, ad intervenire in maniera funzionale ed organica.
Un testo che può essere molto utile per gli insegnanti è "Un'aliena nel cortile", di Claire Sainbury, edito da Uovonero Edizioni: l'autrice, affetta da sindrome di Asperger, racconta la propria esperienza scolastica, spesso frustrante. La mancanza di conoscenza delle particolarissime esperienze sensoriali che tale sindrome comporta, può implicare infatti approcci didattici ed educativi impropri, subiti con sofferenza e mortificazione. Ostinazioni ed insuccessi, alla luce di un funzionamento alto in altri ambiti, sono stati negli anni spesso confusi con mancanza di impegno, demotivazione o testardaggine, mentre in realtà sono dovuti alla peculiarità degli stili cognitivi e della percezione sensoriale. Anche le difficoltà di socializzazione, se non comprese all'interno di stili comunicativi in cui vi è in genere un'interpretazione letterale che impedisce la comprensione del linguaggi metaforico, possono essere scambiate per problemi o disturbi caratteriali. 
La sindrome di Asperger, infatti, per quanto interna al continuum dei problemi dello spettro autistico, presenta ambiti di "alto funzionamento" e pertanto, soprattutto in passato, veniva diagnosticata molto tardi o non veniva individuata affatto. Per tale ragione, chi ne è affetto ma non lo sa, ancora oggi può autopercepirsi come un extraterrestre, non in grado di essere come gli altri. E' pertanto fondamentale una diagnosi precoce e, con essa, la consapevolezza delle difficoltà che tale sindrome comporta. 
Nel testo vengono analizzate le principali compromissioni ad essa legate, di interazione, di comunicazione e di immaginazione, dovute proprio alle peculiarità percettive e cognitive; seguono poi suggerimenti molto utili per operatori ed insegnanti, per individuare approcci educativi che non impongano una "normalizzazione" forzata in nome di una forma di integrazione inadeguata. Quest'ultima, infatti, può realizzarsi solo se diviene inclusione reale, che tenga conto e parta dal particolare modo di essere e lo affermi cercando possibilità di dialogo con gli ambienti "normalizzati", piuttosto che forme improprie di adeguamento ad essi.
Chi è affetto da sindrome di Asperger può anche non avere ritardo intellettivo e però vedere, sentire, toccare provando sensazioni troppo forti o troppo lievi, troppo piacevoli o insopportabili, particolari o incomprensibili. Può ascoltare ma non comprendere allo stesso modo di chi parla, può intuire profondamente ed utilizzare una logica avanzata ma non accedere al doppio senso di una frase, all'umorismo o all'allegoria. Occorre perciò imparare a conoscere ogni particolarissimo modo di essere, per comprenderlo e dialogare con esso, per permettere ad esso di venire alla luce. Affinché, come affermò Hans Asperger più di sessant'anni fa, la conoscenza dei risultati ottenibili ci dia "il diritto e il dovere di impegnarci per loro con la nostra intera personalità".

 

Tina Naccarato

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