Le letture di Biblioragazzi, martedì 8 gennaio 2013
… non c’era niente come l’odore della torba nel camino per dare conforto in un mondo oscuro.
Il mondo oscuro è l’Irlanda del 1981 e su una torbiera cammina il diciottenne Fergus, venuto ad aiutare lo zio a riempire sacchi di torba da vendere illegalmente. Cammina sul confine nord-sud pensando all’illogicità che vive il suo Paese, a suo fratello imprigionato nello stesso carcere in cui i membri dell’IRA hanno cominciato lo sciopero della fame, al suo desiderio di fuggire lontano dopo l’estate.
Proprio sul confine Fergus si imbatte in un cadavere e per caso innesca un ritrovamento straordinario: lo scheletro mummificato di una bambina vissuta quasi duemila anni prima e probabilmente uccisa in sacrificio. Comincia così un periodo in cui Fergus si trova a tener insieme la sua famiglia lacerata per il dolore del fratello che si unisce allo sciopero in carcere; ad affrontare gli esami di maturità; a fare i conti con le voci che gli arrivano dal passato e che gli raccontano la storia della bambina ritrovata; a vivere l’amore per Cora arrivata al seguito della madre antropologa; a dover cedere, per paura di ricatto, alle richieste di un conoscente legato all’IRA.
Così Fergus corre sulla collina, la mattina presto, nascondendo con la sua passione per la corsa il traffico di pacchetti che sposta da una zona all’altra e intrecciando il suo percorso con quello di Owain, che dovrebbe essere un soldato nemico, ma è semplicemente un ragazzo gallese arruolatosi per sfuggire al lavoro in miniera. Corre chiedendosi cosa sia giusto fare, se ci sia davvero una parte giusta e una sbagliata quando il confine è così incerto che non sai nemmeno dov’è, visto che vedi solo una collina dal paesaggio splendido.
Come sempre la scrittura di Siobhan Dowd scivola via a meraviglia, tessendo trame su piani temporali diversi e osservando dal di dentro (gli occhi di una famiglia, di una madre, di un fratello) lo sciopero della fame dei membri dell’IRA in carcere per ottenere dal governo britannico lo status di detenuti politici, e a questo proposito la lettera che Fergus scrive per Margaret Thatcher è di una cruda bellezza imperdibile. L’unica nota interrogativa allora può essere questa: quanto dei lettori di quindici, sedici anni possano sapere del clima di quegli anni e dell’Irlanda di oggi, dell’IRA, di Bobby Sands. C’è un glossario finale, è vero, ma è sufficiente? O forse sarà proprio il romanzo a dare voglia di sapere.
La Siobhan Dowd Trust, fondazione di beneficenza creata dall’autrice appena prima della morte per migliorare le possibilità di accesso al piacere della lettura da parte dei ragazzi che vivono in aree socialmente disagiate. Il sito della casa editrice uovonero.
Siobhan Dowd, La bambina dimenticata dal tempo (trad. di Sante Bandirali), Uovonero 2012, 328 p., euro 14
Caterina Ramonda