La lettura, domenica 20 gennaio 2013
Una miscela esplosiva, come il Semtex che azionava le bombe dell'IRA nell'Ulster del 1981, anno cruciale del conflitto nord-irlandese, segnato dallo sciopero della fame che uccise dieci prigionieri politici nel carcere di Long Kesh. Una miscela fatta di amicizia, amore, onore, dolore, idealismo, speranza, morte: ingredienti che la felice penna dell'inglese Siobhan Dowd ha trasformato in una pietanza di rara potenza: un romanzo (La bambina dimenticata dal tempo, Uovonero, pp. 328, € 14) che aumenta il rammarico per la prematura scomparsa dell'autrice, morta 47enne nel 2007, che il piccolo editore di Crema sta meritoriamente facendo scoprire al pubblico italiano nelle traduzioni di Sante Bandirali. Senza retorica, ma con empatia, in uno stile pulito e piano, ravvivato da pennellate di colore, Dowd cala il lettore nella vita del 18enne Fergus i cui sogni e tumulti adolescenziali devono fare i conti con il contesto durissimo della guerra civile e si imbattono in una scoperta: il ritrovamento di una bambina mummificata dell'età del ferro. I piani del passato e del presente si incrociano e sovrappongono in una tensione narrativa che si scioglie solo nel liberatorio finale.
Marco Ostoni