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cartadocente

Il culo!

Luukmagazine, domenica 20 ottobre 2013

Innanzitutto c’è la parola “culo”, che già fa ridere, sin da piccoli scatena un’irrefrenabile ilarità. Ed anche adesso mentre leggiamo l’esclamazione di Jason ci viene da ridere: per il contesto in cui la usa, per il significato che le attribuisce che ti fa sorridere e ti porta a considerare che non ci avevi mai pensato!
E poi perché ti introduce in un mondo dove pagina dopo pagina ti ritrovi stupito, a riflettere, su parole, espressioni, singole lettere, ma anche sull’autismo che ti viene così ben raccontato. E quasi lo vedi, Jason che sfarfalla le mani in alto vicino alla testa quando i concetti che la affollano sono troppi per essere recepiti, troppi gli input che arrivano a tempestarla dall’esterno creando un caos interno proprio come nell’illustrazione di copertina di Peppo Bianchessi.
Ci sono parole che perdono di significato e diventano solo lettere, come quelle dipinte dal papà di Jason sul soffitto che si avvicinano, si allontanano, si offuscano.
Dove le pance della “D” maiuscola e della “d” minuscola guardano in direzioni diverse eppure sono due lettere uguali, si pronunciano nello stesso modo, sono una famiglia, hanno lo stesso suono. Ci avevate mai pensato? Che confusione….
Sguardi sbiechi di palpebre che non si alzano.
Quasi lo conosci Jason: ti sembra di vederlo tra le pagine, di conoscere i suoi gesti e di sapere come fa quando alza le mani, le sfarfalla, reclina la testa all’indietro, quando gira in tondo, i suoi occhi, quella cintura troppo stretta che strizza la vita. Anche se di fatto non sai com’è, ma la precisione del racconto e la puntualità della descrizione te lo rendo famigliare.
E poi ci sono neurotipici. Ecco, nessuno mi aveva mai catalogata così e forse devo farmi delle domande…Neurotipici che non si mettono i sandali per non vedersi i piedi e che si sentono meglio solo quando riescono a contenerli in calze pulite e scarpe chiuse, lontani dalla loro vista.
Che non amano che i cibi si tocchino nel piatto, si mischino.
Che non accettano la realtà e che allora la chiamano con un altro nome per renderla a tutti più accettabile.
Che danno decine di sollecitazioni e decine di ordini opposti a poco distanza, quasi contemporaneamente.
“Com’è possibile ascoltare tutte quelle parole quando devi pensare a tutta questa roba?”
Ed è così che in scorrevolissime 178 pagine ci sentiamo messi a nudo, ci troviamo a sorridere della nostra “neurotipicità”, del nostro essere e considerarci “normali”, delle nostre strutture, costruzioni complicatissime se osservate da un altro punto di vista.
Jason invece è “Tutt’altro che tipico” come dice il titolo.
Dall’età di 4 anni Jason sa di avere altre lettere che compongono il suo nome, vicine alle lettere del suo nome, che mai lo lasceranno. Lettere quali Jason Blake ADOS DSA DPS AAF che lo certificano atipico, autistico insomma.
Jason ha dodici anni ed un fratello Jeremy ed una grande passione: scrivere perché quando scrive al suo computer ed invia i suoi racconti al sito Storyboard chi lo legge lo legge neurotipico, non immagina il suo autismo.
Quando scrive gli è possibile avere degli amici ed anche una fidanzata, mentre nella vita bè…la scuola non va molto bene ed è solo questione di tempo prima che le cose durante la giornata inizino ad andar male…tutti i giorni.
Così mentre leggiamo la sua di storia, quella che lo riguarda personalmente, leggiamo ciò che lui scrive, le sue storie, l’occhio corre e ti ritrovi in un saggio di uno scrittore navigato che ti spiega come si scrive un libro, trucchi, costruzione, ossatura del racconto perché “la cosa più importante da fare quando stai scrivendo è trovare un dilemma con cui il tuo personaggio si deve confrontare” ed il convegno di scrittura di Storyboard a Dallas lo sarà per noi lettori di Jason. Il vero Jason.
Un libro che parla di autismo in modo delicato ed intenso ma non solo di autismo, vincitore di 21 premi tra cui il prestigioso Schneider Family Book Award.

Tutt’altro che tipico
di Nora Raleigh Baskin
Ed.: UovoNero
Collana: I geodi
Euro: 14,00
Età di lettura: da 12 a 99 anni

Marina Petruzio

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