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Uovonero: la casa editrice che ha cambiato la lettura

Ho un libro in testa, 17 febbraio 2015

Da uovonero è nato sfogliafacile®, il formato pensato per i bambini con difficoltà. Enza Crivelli, che ha creato la casa editrice con Lorenza Pozzi e Sante Bandirali, ci racconta l’idea e l’ultimo libro: una “Biancaneve” speciale.

Com’è nato Uovonero

La favola è nota. La volpe invita la cicogna a bere del buon brodo da un piatto; la cicogna non ci riesce, per via del becco, e si vendica offrendo a sua volta la cena alla volpe in un vaso stretto e lungo. Uno pari e palla al centro.
Trascurandone gli insegnamenti bellicosi e punitivi, l’allegoria di Fedro costituisce un’interessante base di riflessione se la leggiamo con riferimento alla didattica della lettura.
È giusto avere libri-piatto adatti solo a bambini-volpe, da un lato, e libri-vaso per bambini-cicogna dall’altro? Cioè, lasciare i libri tradizionali (illustrati o no) ai bambini che sono in grado di leggerli e pensare a libri speciali, riservati a bambini con difficoltà di lettura, che però saranno difficilmente leggibili dagli altri? O è forse necessario tradurre un libro-piatto in libro-vaso, in modo che ciascuno possa mangiare la stessa zuppa, ma da recipienti diversi? O, ancora, non è piuttosto preferibile un libro-zuppiera, alto e largo al tempo stesso, da cui possano attingere indifferentemente questi e altri tipi di bambini?
Biancaneve è l’ultimo nato della collana pesci parlanti. In casa uovonero è stato accolto con entusiasmo perché incarna, come i precedenti titoli, tutte le caratteristiche del libro per l’inclusione, o del libro-zuppiera, per tornare alla metafora. L’idea fondamentale è che nessun bambino, sfogliandolo, debba provare un senso di estraneità, cioè avere la sensazione che quel libro non sia adatto a lui o a lei. Ogni dettaglio del volume è stato accuratamente studiato per garantire la facilità di accesso a diversi stili cognitivi e diversi ambiti culturali di provenienza. Solo così è possibile realizzare l’ideale di inclusione attraverso la lettura e di estensione a tutti del diritto di leggere che stanno tanto a cuore a uovonero. E allora ci sono le illustrazioni di alta qualità estetica, realizzate da Tommaso D’Incalci, evocative e oniriche, ma al tempo stesso descrittive e di semplice decodifica. C’è la riduzione sintattica, con frasi semplici e lineari: niente ipotassi, niente paratassi, soggetto del verbo sempre esplicitato, periodi su una sola riga, ma con attenzione a non guastare il clima fiabesco e la qualità della narrazione. E a ogni elemento del testo verbale corrisponde un simbolo pittografico del sistema PCS, utilizzato nella comunicazione aumentativa e alternativa per agevolare la lettura a diversi livelli, rendendola accessibile al tempo stesso da bambini molto piccoli, da bambini stranieri, da bambini con diverso stile cognitivo. Il testo, che si trova sulla pagina sinistra, nettamente separato dall’illustrazione di destra per non disturbare la lettura, è allineato a destra per portare i lettori verso l’immagine. Lo sfondo della pagina è avoriato, per eliminare fastidiosi effetti di abbagliamento.
Perché Biancaneve? Perché Cappuccetto Rosso, I tre porcellini e tutte le altre fiabe classiche? Perché queste, con gli archetipi e i valori universali che contengono, costituiscono i fondamenti della cultura infantile e se abbiamo una zuppiera-libro la dobbiamo riempire di cibi gustosi e nutrienti.
E poi c’è l’aspetto fisico del libro: pagine di cartone, robuste, resistenti anche ai lettori più maldestri, e sagomate in modo da essere facilmente sfogliabili da tutti, una alla volta, per evitare che Biancaneve si risvegli dal veleno della mela senza averla mai morsa. Si chiama sfogliafacile®  questo formato, e la sua nascita coincide con la nascita stessa di uovonero, quasi cinque anni fa.
Ci interrogavamo sul come trasformare in un prodotto editoriale, da libreria, quei materiali che da tempo venivano usati in ambito terapeutico ed educativo, fatti di fotocopie plastificate, rilegature a spirale, feltrini o abbassalingua incollati alle pagine per tenerle separate; quelli che poco dopo avrebbero ricevuto la denominazione di “in-book”, cioè la traduzione in libro-vaso per bambini-cicogna di libri-piatto per bambini-volpe. Allora stavamo progettando il primo titolo della collana, quel Cappuccetto Rosso che oggi ben rappresenta la novità introdotta dai pesci parlanti nel panorama editoriale italiano. Risolti in favore del cartone i dubbi sui materiali e sulla rilegatura, restava il problema di come rendere più maneggevole l’albo di cartone, che spesso crea problemi anche agli adulti: figuriamoci poi ai bambini molto piccoli o a quelli con difficoltà nella motricità fine. Inserire corpi estranei, che rischiano di staccarsi e di essere ingoiati, sarebbe stato un controsenso e avrebbe reso il libro non adatto a bambini al di sotto dei tre anni.
L’idea che ogni pagina sporga rispetto a quella che la segue era la più praticabile: ma quale forma dare a questa sagomatura, senza rimpicciolire troppo le ultime pagine del libro? La cartotecnica a cui ci eravamo rivolti ci fece avere dei “dummy” bianchi, cioè dei campioni del libro non stampati con cui realizzare dei prototipi. Questo ci costò giorni di lavoro, vesciche sulle mani per tagliare il cartone con le forbici, e poi mesi di collaudo presso Il Tubero, un servizio per bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico creato dall’Anffas di Crema, di cui sono la responsabile. Alla fine sono stati loro a scegliere il formato migliore, così come sono ancora oggi preziosi consiglieri sulle caratteristiche del testo e delle immagini di ogni nuovo titolo della collana.

E lessero tutti felici e contenti.

Enza Crivelli

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