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Recensione di Crystal della strada su Living for books

Living for books, lunedì 2 marzo 2015

Holly Hogan ha tredici anni. Vive da tempo in un istituto per minori, sotto la tutela dei servizi sociali. Quando viene affidata a Fiona e Ray, una coppia senza figli, il suo desiderio di fuggire per andare alla ricerca di sua madre in Irlanda diventa più forte che mai. Un giorno Holly trova casualmente, in casa dei suoi genitori adottivi, una parrucca bionda. Nasce così Crystal l'inarrestabile, la ragazza con tre o quattro anni di più, affascinante, scaltra e sicura di sé, quella capace di trasformare in realtà il sogno di una fuga alla ricerca delle radici, che diventa un fantastico viaggio nel passato e nella propria identità. "Crystal della strada" presenta il ritratto intenso e vivace di un'adolescente alla coraggiosa ricerca di se stessa, fra rabbia e umorismo.

Ho per la prima volta sentito parlare di Siobhan Dowd quando ho letto Sette minuti dopo la mezzanotte, breve romanzo scritto da Patrick Ness che mi è piaciuto da impazzire: il soggetto della storia era infatti stato ideato da Siobhan Dowd, morta prima di poter sviluppare concretamente in un libro la sua idea. Dopo questo primo incontro accidentale mi sono interessata sempre più a quest’autrice e ho letto il suo Il mistero del London Eye, pubblicato in Italia dalla Uovonero: mi è piaciuto molto e così ho finito per cercare di recuperare anche gli altri scritti dell’autrice. Crystal della strada l’ho scoperto per caso in biblioteca, non sapendo che fosse stato tradotto anche da noi, e l’ho subito preso in prestito.
Holly Hogan è una ragazzina di tredici anni dal passato decisamente travagliato: ne facciamo la conoscenza nel primo capitolo, in cui la ritroviamo alle prese con un imbarco clandestino su una nave diretta in Irlanda. Senza farsi notare, si è nascosta nella parte posteriore di una vettura spaziosa, coperta dai cappotti: quando finalmente sente i proprietari dell’auto allontanarsi e il rollio della nave sotto di sé, decide di uscire dalla macchina per spostarsi sul ponte, pronta a gustarsi il viaggio. Peccato che le portiere siano state chiuse a chiave dall’esterno e, a causa del dispositivo di sicurezza per i bambini, siano impossibili da aprire dall’interno. Presa dal panico, Holly urla, scalcia, prende a pugni il finestrino, ma nella stiva non c’è nessuno che può sentirla. Disperata, si accascia sui sedili e comincia a ripensare a come è arrivata lì, su quella nave, e perché. E così veniamo a sapere che Holly vive a Templeton House, una casa per ragazzi in attesa di affidamento, perché una famiglia non ce l’ha. O meglio, lei ce l’ha, sua madre la sta aspettando in Irlanda, solo che i servizi sociali l’hanno segregata lì, senza dire niente a nessuno, e così la sua mamma, non sapendolo, non riesce a trovarla. E le cose si complicano quando una famiglia di babbacucchi decide di prenderla in affidamento. Holly vorrebbe solo scappare e Crystal le darà la forza di farlo.
Crystal della strada, come presumo abbiate capito, è un romanzo di crescita dedicato a un pubblico di giovani lettori. Si legge molto velocemente, con i suoi capitoli brevi e il suo linguaggio scorrevole, ed è molto godibile, ma non mi ha colpito più di tanto. Sicuramente vengono toccate dalla narrazione delle tematiche molto importanti, l’affidamento, gli abusi familiari, il concetto stesso di famiglia, il tutto in modo piuttosto semplice e delicato, senza scene troppo forti. Il problema è che buona parte della storia mi è sembrata poco realistica. Trovo assurdo che Holly riesca da Londra ad arrivare quasi in Irlanda senza grossi problemi: fa l’autostop e ovviamente incontra le persone più buone dell’universo, gira di notte e si ubriaca in discoteca e trova l’unico ragazzo che, ok che non l’aiuta, ma neanche se ne approfitta.
Posso credere al fatto che nessuno la fermi, nessuno si chieda dove va quella ragazzina: lo vediamo ogni giorno, spesso le persone fanno finta di niente, fingono di non vedere. Ma che, tutto sommato, le vada tutto decisamente bene mi sembra a dir poco assurdo. Probabilmente sono io che sono troppo negativa, non so, o forse è così semplicemente perché ci troviamo di fronte a un romanzo per ragazzi. Fatto sta che avrei preferito un maggior realismo: Holly trova delle difficoltà durante il suo viaggio, rischia più volte di non farcela, ma secondo me una ragazzina che intraprendesse la stessa esperienza ne incontrerebbe molte di più e di gran lunga peggiori. C’è da dire poi che la protagonista non è Miss simpatia e più volte avrei voluto scuoterla e farle aprire gli occhi, ma questo temo sia dovuto al fatto che oramai mi avvicino più all’età di sua madre che alla sua. Per lo stesso motivo probabilmente ho faticato a capire il rapporto Holly-Crystal e la sua trasformazione, il suo trovare forza e sfacciataggine in una cosa così piccola e così, secondo me, anonima. Crystal mi è stata indigesta sin dal primo momento, facendomi rimpiangere Holly. Ho trovato emozionante la parte finale e la presa di coscienza di Holly, sulla nave: mi è dispiaciuto per lei, per quello che ha passato da piccola.

In definitiva, un libro carino, non memorabile, consigliato ai lettori più giovani, agli adulti potrebbe risultare, secondo me, un po’ insipido.

About Siobhan Dowd

Siobhan Dowd è stata una scrittrice e attivista inglese. L’ultimo libro che ha completato, La bambina dimenticata dal tempo, uscito postumo, ha vinto la Carnegie Medal 2009 come miglior libro dell’anno per ragazzi o giovani adulti pubblicato nel Regno Unito. In Italia, il suo romanzo Il mistero del London Eye ha vinto nel 2012 il Premio Andersen come miglior libro per ragazzi oltre i 12 anni.
Romanzi: Il mistero del London Eye, La carne di un angelo, La bambina dimenticata dal tempo, Crystal della strada, Sette minuti dopo la mezzanotte (soggetto).

di Yuko

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