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cartadocente

I sì che aiutano a crescere

Lettura candita, venerdì 15 gennaio 2016

Liberi tutti! Arianna Papini
uovonero 2015

ILLUSTRATI PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

"No. La neve.
Sì. Il silenzio.
No. La terra.
Sì. Giocare.
No. La pioggia.
Sì. Le pozze."

No alla neve che è fredda che può gelare piccole mani. Sì alla bellezza del silenzio che ha molto a che fare con la neve che tutto attutisce. No alla terra perché potrebbe infilarsi sotto piccole unghie. Sì al gioco fatto con polpette di terra che sembran patate.
No alla pioggia che può bagnare piccole teste, sì al gusto di saltare dentro le pozzanghere con piccoli stivali nei piedi. No al buio che che inghiotte ogni cosa, sì alla notte con la luna e le stelle. No al sole che brucia giovani pelli, sì alla luce che irradia ed è fonte di vita. No al bagno che l'acqua è fredda, è mossa, è pericolosa. Sì al mare dove anche un gatto può imparare a nuotare...

I no e i sì nella prima infanzia dei bambini e delle bambine sono punti cardinali per orientarsi. Resta da chiedersi quanti siano i no, rispetto a sì, che puntellano la giornata di un bambino piccolo e quanto effettivamente essi siano portatori di senso profondo e non siano invece dettati da esigenze contingenti e si rivelino soluzioni più veloci e sbrigative in nome di un ipertrofico senso di protezione nei confronti dei più deboli, dei più indifesi, dei più piccoli. Questa domanda, quanti no diciamo a un bambino o a una bambina, in nome della sua tutela, in ragione del fatto che noi siamo grandi e sappiamo come 'si fa', se la sono posta le educatrici dei nidi di montagna della zona intorno a Cles, in provincia di Trento. La cooperativa sociale La Coccinella, che è la mente di tutto questo, ha dato l'avvio a un progetto che, per esempio nel nido di Brentonico, ha avuto esiti significativi: un giardino 'avventuroso' dove boschetti di bambù sono terreno di esplorazione per bambini con su cappellini dal muso di panda... Più in generale, in molti nidi di montagna di quella zona si è avviata una riflessione approfondita tra le educatrici e chi si occupa della formazione, in secondo luogo sono stati progettati e realizzati luoghi di accoglienza e sperimentazione del progetto stesso (il bosco di bambù, per esempio) e terzo, ultimo ma non ultimo esito di tutto questo, è il libro che Arianna Papini ha immaginato. Liberi tutti!, una narrazione lieve con i toni della poesia, che ruota intorno al senso ultimo del progetto, ovvero il diritto al rischio che deve essere garantito anche ai più piccoli. Leggero, ma solido, come le sue illustrazioni, il testo si compone di sette no e sette sì. L'ottavo no è diverso perché incrinato dal dubbio, e il sì che lo bilancia ha, invece, il tono del trionfo.

La conoscenza passa per l'esperienza, questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Spesso però l'esperienza viene sottratta e negata a chi invece avrebbe bisogno di farla per poi essere in grado di crescerci sopra. L'imprevisto, lo sconosciuto, sono ponti che vanno attraversati se si vuole davvero consolidare le competenze, le sicurezze, le abilità dei bambini ancora molto piccoli. Questo non vuol dire che l'adulto debba sottrarsi alle proprie responsabilità, ma che debba piuttosto convogliarle nel creare un corretto equilibrio tra quello che è il rischio e la possibilità del piccolo di affrontarlo in sicurezza. Arianna Papini, con la sintesi di cui spesso è capace, prova a dare un suggerimento in tal senso. Accanto ad ogni no, quelli più consueti che sentiamo dire a molti adulti, mette un sì che assume il valore contrario di apertura, di possibilità, di cambio di prospettiva. Nel suo libro, la tesi che il rischio possa trasformarsi, in questo ribaltamento prospettico, in opportunità o possibilità da parte delle bambine e dei bambini di misurare se stessi, e lì a disposizione di chi la voglia cogliere e fare propria nella pratica quotidiana. Al di là di tutto, non sarebbe buon esercizio ad ogni no affiancare sempre un sì?

Le salite e le discese tutti le devono affrontare e i sassi lungo il cammino tutti li incontreranno e, in caso di bisogno, alcuni di loro, soprattutto quelli non più alti di un pollice, li metteranno in tasca per tornare a casa...

Carla Ghisalberti

 

Leggi l'articolo sul blog Lettura candita

 

 

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