SuperAbile - Luglio 2016
Vita di Garrincha, calciatore straordinarioNon aveva più di quattro anni e già camminava ovunque col suo pallone attaccato ai piedi, in cucina, nei prati, nel fiume. E fu proprio in quel periodo che sua sorella cominciò a chiamarlo Garrincha, passero, perché era piccolo e fragile come un uccellino. Quello strano nome gli rimase attaccato addosso e con esso passò alla storia del calcio come uno dei più forti giocatori di tutti i tempi. Nonostante la spina dorsale storta, il bacino sbilanciato e una gamba di sei centimetri più corta dell’altra per via della poliomielite che lo aveva colpito da bambino. E malgrado i medici lo avessero dichiarato un invalido, che non avrebbe mai potuto giocare a calcio.Alla parabola di Manoel Francisco dos Santos, considerato da molti il secondo miglior calciatore brasiliano dopo Pelè, è dedicato Garrincha. L’angelo dalle gambe storte, il volume appena pubblicato dall'editore Uovonero: un graphic novel tenero e struggente firmato dallo scrittore e illustratore Antonio Ferrara, già premio Andersen nel 2012. Ma soprattutto una ricostruzione biografica che poco ha a che fare con la narrazione, sempre più frequente in questi anni, della persona disabile che con estro e tenacia riesce a superare i propri limiti oggettivi, dimostrando al mondo che se ci credi, ce la fai. Nel volume di Ferrara, infatti, Garrincha è in primo luogo un uomo baciato da uno strano destino: sul campo può dribblare qualsiasi avversario, ma non riesce a vincere la partita della vita. Che gli riserva enormi successi sportivi e difficoltà insormontabili, soprattutto nella gestione dei tanti soldi piovuti all’improvviso e nel rapporto con le donne e con i suoi 14 figli.
Antonella Patete