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Recensione e nota del traduttore di Un pesce sull'albero su N.d.T.

15/04/2016 - N.d.T.

Un pesce sull’albero è una bella scoperta. L’agile e divertente romanzo di Lynda Mullaly Hunt, nella traduzione di Sante Bandirali, è un libro destinato ai ragazzi e risulta altrettanto coinvolgente e piacevole anche ai lettori adulti.
È scritto in prima persona dal punto di vista di Ally Nickerson, ragazzina di prima media alle prese con due ostacoli per lei insormontabili: leggere e scrivere. Le parole scritte sono un vero incubo, le lettere si muovono e sfuggono alla sua comprensione. Ogni giorno questa difficoltà le causa non solo problemi scolastici, ma anche disagi nelle relazioni coi coetanei. La brillante protagonista è ovviamente dislessica, ma non lo sa e non ne sono consapevoli neppure gli adulti attorno a lei, a scuola e a casa.
L’arrivo di un nuovo insegnante pone le basi del cambiamento. Si rivolge alla classe con modalità meno scontate e in alcuni casi rivoluzionarie, innesca reazioni e evoluzioni tra gli alunni e poi anche in Ally. Alla crescita personale si accompagna la nascita di rapporti di amicizia, i ragazzini si aiutano a vicenda, scoprono il loro valore intellettivo e umano, fino a confermare la massima di un dislessico illustre, Albert Einstein, che ha ispirato il titolo: Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi stupido.
È interessante scoprire che tutti possiamo trarre giovamento dai metodi alternativi di apprendimento messi in opera per aiutare i dislessici. Facilitano la ricerca di percorsi migliori a memorizzare o a comprendere le connessioni logiche. Per esempio, allorché ci accingiamo a comporre un puzzle da due o tremila pezzi e consideriamo indispensabile l’immagine di riferimento che ci mostra il quadro d’insieme, capiamo per analogia l’utilità di una mappa concettuale sotto forma di raffigurazione grafica come ausilio a chi è predisposto a pensare per immagini (visual thinker).
Per fortuna, oggi è sempre più diffusa la consapevolezza di quanto sia possibile e doveroso affrontare i DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) in modo costruttivo. Il vero problema sono le risorse a disposizione degli insegnanti, troppo spesso troppo limitate in termini di tempo e di strumenti.
Nella nota in calce al romanzo il traduttore precisa di avere adottato l’espressione «differenze di apprendimento», vigente nei paesi anglosassoni, in luogo di «disturbo dell’apprendimento», poiché fornisce un quadro troppo medicalizzato della dislessia. Sono d’accordo, e una cosa che cerco di insegnare ai miei piccoli allievi è che tutti quanti devono rendersi capaci di affrontare e superare le fatiche, a prescindere dal modo in cui si arriva al risultato. Alla fine si evita di trincerarsi dietro una certificazione non certo sufficiente a definirli né a farli crescere al meglio delle loro potenzialità.

Giulio Pianese

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Nota del traduttore Sante Bandirali

Sarò sincero: la mia situazione di editore e traduttore è una situazione privilegiata. Essere l'editore di un libro significa già credere nelle già sue qualità e investire sulle sue potenzialità. Nel caso poi di un piccolo editore il cui catalogo non raggiunge ancora i quaranta titoli, ogni libro è una tessera importante di un puzzle che rischia di non completarsi se vengono fatte scelte sbagliate. Per me i due ruoli coesistono fin dal primo approccio all'opera, nel senso che, da un lato, già in fase di valutazione del libro il traduttore fa capolino, domandandosi se e come i problemi di traduzione del testo possono trovare soluzione e quale può essere il significato complessivo dell'opera per il lettore italiano; dall'altro, l'amore per il libro che l'editore deve avere per scegliere di pubblicarlo si trasmette al traduttore senza mediazioni, trascinandolo con passione nel suo lavoro.
Fish on a tree di Lynda Mullaly Hunt mi ha colpito fin dalla prima lettura. Personaggi verosimili e amabili; un contesto (quello scolastico e famigliare delle piccola Ally) ben costruito e funzionale alla narrazione; dinamiche adolescenziali fin troppo realistiche, sia nelle sfumature intimistiche delle riflessioni di Ally, sia nell'atteggiamento strafottente di molti suoi coetanei, sia ancora nell'affettuosa relazione che si consolida sempre più con amici portatori di altri generi di diversità; altri rispetto a quella che segna la protagonista come uno stigma e genera in lei insicurezza, inadeguatezza e frustrazione: la dislessia.
È proprio questo tratto della personalità di Ally ad avermi attratto inizialmente, visto che uovonero nasce come editore che ha fra i suoi principali obiettivi quello di sensibilizzare i lettori nei confronti dei disturbi dell'apprendimento e dello sviluppo, oltre che creare libri adatti a giovani lettori che normalmente non potrebbero godere del piacere della lettura. Un pesce sull'albero si inquadra in modo duplice in questo progetto, sia come romanzo che aiuta a comprendere la dislessia e i disagi che ne conseguono, sia come libro realizzato con criteri grafici e tipografici ad alta leggibilità, che possono quindi contribuire ad avvicinare alla lettura proprio quelle ragazze e quei ragazzi che, come Ally, faticano a farlo ma possono essere ulteriormente stimolati da una vicenda che parla di una persona come loro, con le loro stesse difficoltà, ma al tempo stesso piena di risorse e che, grazie anche all'aiuto degli altri, riesce infine a trovare la strada per realizzare le proprie doti intellettuali e umane.
La lingua del romanzo è quella degli adolescenti americani, e si caratterizza per una colloquialità molto accentuata, che ha richiesto un ampio ricorso a un gergo familiare e adolescenziale dell'odierna realtà italiana. Inoltre, le difficoltà di lettura e scrittura che Ally incontra nel suo percorso scolastico hanno richiesto un adattamento a quelle di uno studente italiano nella stessa condizione. Ma Ally vive in un contesto dove la diversità è di casa, e anche i suoi amici si trovano in varie occasioni a fare un uso della lingua ludico, come nel caso di Oliver, o creativo, come fa Keisha coi messaggi nascosti nei dolci che cucina, o ancora filosofico-scientifico, come succede al malinconico genio di Albert.
Nella storia editoriale di uovonero, questo romanzo si colloca fra Il riscatto di Dond di Siobhan Dowd, incluso nella cinquina finalista del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016 per la fascia d'età da 6 a 10 anni, e il progetto I libri di Camilla, che rappresenta una particolare esperienza di traduzione. In questa innovativa collana (Camilla è l'acronimo di «Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili») gli albi illustrati di più grande successo dell'editoria italiana per l'infanzia verranno pubblicati in una nuova versione, con doppio testo verbale e in simboli pittografici del sistema WLS, per consentire a tutti i bambini di accedere allo stesso libro, senza rinunciare alla bellezza e senza discriminazioni di sorta.

Sante Bandirali

leggere è un diritto di tutti

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Creare libri speciali per dare a tutti i bambini, compresi quelli che hanno difficoltà di lettura di vario genere, il piacere di leggere e di condividere gli stessi libri.

Diffondere una cultura della diversità come ricchezza, che sappia stimolare curiosità e conoscenza anziché paura e diffidenza, per mezzo di albi illustrati, narrativa, giochi e saggi.

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