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La sfida di uovonero. Avvicinare alla lettura piccoli lettori con difficoltà

23/03/2016 - ilLibraio.it

“La diversità è fonte di ricchezza, anche se spesso viene presentata strumentalmente come una minaccia...". Dal 2010 la casa editrice Uovonero offre le modalità più varie per avvicinare alla lettura e all’apprendimento piccoli lettori con difficoltà (autismo, problemi cognitivi o d’apprendimento). ilLibraio.it ne ha parlato con il direttore editoriale Sante Bandirali, che svela anche un progetto in preparazione, "I libri di Camilla", che vedrà coinvolti "insieme a noi altri editori nella missione di estendere il diritto della lettura..."

“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”. Se lo chiedeva Gianni Rodari, e dal 2010 la casa editrice Uovonero sta offrendo le modalità più varie, per avvicinare alla lettura e all’apprendimento piccoli lettori con difficoltà. La formazione dei tre fondatori, la passione e soprattutto un’inesausta volontà di aggiornamento e di innovazione hanno portato la casa editrice di Crema a creare collane ad hoc, in cui la base comune è: capire e comunicare. ilLibraio.it ne ha parlato con il direttore editoriale Sante Bandirali.

Com’è nata l’idea di dar vita alla casa editrice?
“L’idea nasce da Enza Crivelli che, da una ventennale esperienza professionale nel campo delle sindromi dello spettro autistico: sognava di poter offrire a tutti i lettori, anche a quelli con difficoltà di lettura, libri adatti alle proprie caratteristiche, progettati in funzione di modi diversi di funzionamento del cervello e di conseguenza accessibili al maggior numero possibile di bambini. Libri ‘veri’, di buona qualità, non i materiali fotocopiati che abitualmente vengono utilizzati nei servizi per la riabilitazione e in alcune biblioteche. Nasce così la collana pesci parlanti: si tratta di albi illustrati, con le pagine di cartone nella particolare sagomatura sfogliafacile®, progettati come un organismo dove ogni componente è parte essenziale, studiata per interagire con le altre ai fini di migliorare l’efficacia comunicativa: il testo, verbale e in simboli PCS, le illustrazioni, il formato, i materiali”.

In quanti lavorano al progetto della casa editrice?
“I tre soci fondatori restano a tutt’oggi le uniche persone che lavorano in casa editrice. Oltre a me, ci sono Enza Crivelli, che è la responsabile scientifica e cura le collane pesci parlanti e i raggi, e Lorenza Pozzi, direttrice commerciale e ufficio stampa. Curiamo internamente tutte le fasi di realizzazione del libro”.

Avete iniziato nel 2010 e nel frattempo la vostra proposta editoriale si è allargata con numerose collane che sono sempre più dedicate a chi ha problemi cognitivi o d’apprendimento, ma aiutano anche gli altri a capire chi vive quotidianamente con un disturbo come l’autismo. Se doveste analizzare il vostro percorso, quale ritenete essere il vostro più grande successo?
“La varietà delle nostre collane riflette la complessità della realtà a cui sono destinate. Innanzitutto, le difficoltà di lettura possono avere forme diverse e non esiste un solo tipo di libro che possa agevolarle tutte. Per questa ragione, accanto alla collana pesci parlanti che si rivolge a bambini in età prescolare, bambini stranieri e bambini nello spettro autistico, è nata la collana abbecedanze, pensata per lettori con disturbi dell’apprendimento. Poi ci sono i libri per parlare della neurodiversità agli altri: i compagni di classe, i fratelli e le sorelle, i genitori, gli insegnanti, gli educatori, i professionisti. Per tutti loro abbiamo creato la collana di narrativa e albi illustrati i geodi e la collana di saggistica sull’autismo i raggi. Credo che il nostro più grande successo, più che un titolo o una collana in particolare, sia quello di non perdere mai di vista il fatto che i destinatari principali dei libri sono i bambini, ed è soprattutto a loro che i libri devono piacere; è un approccio non medicalizzato ma puramente estetico e narrativo, che sfrutta le tecniche che riteniamo migliori per dare il piacere della lettura a tutti”.

Pensate che accettare la diversità sia la base migliore per costruire qualcosa? In fondo, anche la vostra casa editrice nasce da tre percorsi formativi diversi (psicologia, musica, comunicazione).
“La diversità è fonte di ricchezza, anche se spesso viene presentata strumentalmente come una minaccia. Le grandi menti pensano in modo diverso dalle altre, come dimostrano i disturbi dell’apprendimento di Albert Einstein, Walt Disney, Pablo Picasso, Henry Winkler (che è anche un nostro autore) e il probabile autismo di Andy Warhol, Erik Satie, Ludwig Wittgenstein, solo per fare qualche esempio. Conoscere la diversità è essenziale per non temerla e per apprezzarla, e i buoni libri possono essere un efficace strumento di conoscenza. Per questo è importante evitare libri con finalità didascaliche, o libri autobiografici troppo intrisi di sentimentalismo. I personaggi dei nostri libri sono sempre elementi necessari di strutture narrative ben costruite, che proprio nella loro diversità trovano una ragione di esistere in quel libro, e non, al contrario, dei casi intorno a cui costruire una storia per ‘spiegare’ la loro diversità. Uovonero nasce dalla confluenza di esperienze e competenze diverse, ma anche ciascuno di noi è frutto di percorsi variegati”.

Comunicare, appunto. Quanta importanza date alle immagini e quanta al testo nelle vostre collane?
“In una collana come quella dei pesci parlanti testo e immagini vanno di pari passo e hanno un’importanza fondamentale nella costruzione del libro. In questo caso chiediamo agli illustratori immagini semplici, descrittive, supporti della comprensione che non costringano il lettore a sforzi inferenziali che allontanino dalla lettura, ma che al tempo stesso non rinuncino al valore estetico. Nelle altre collane, crediamo molto nella bellezza del libro illustrato, che pubblichiamo in varie forme (albi illustrati, romanzi illustrati, graphicnovel), ma anche nell’incredibile forza della narrativa di qualità, come nel caso dei libri della straordinaria SiobhanDowd, di cui abbiamo la fortuna di aver pubblicato tutti i romanzi”.

Secondo voi, attualmente nelle scuole si è formati per accogliere studenti con disturbi d’apprendimento o cognitivi? Si parla sempre di DSA e di BES, ma si è riusciti ad andare oltre le “etichette”?
“Crediamo che molto sia stato fatto ma che molto rimanga da fare. Da un lato la conoscenza è migliorata, e abbiamo anche una legge sul diritto allo studio degli alunni dislessici, ma dall’altro ci sono le persone che devono accogliere questa conoscenza e mettere in atto le norme legislative, che non sempre sono pronte. A causa dei temi di cui trattano i nostri libri, ci capita spesso di ricevere sfoghi da parte degli insegnanti, degli alunni, delle loro famiglie. La nostra opinione è che ancora troppo sia lasciato nelle mani dell’iniziativa e della sensibilità dei singoli individui, in particolare degli insegnanti di sostegno, e non sia ancora stata avviata un’azione formativa adeguata a tutti i livelli, che includa anche il personale non docente”.

Visti i temi che trattate, sarà molto elevato il vostro coinvolgimento emotivo. Quale titolo vi ha coinvolto particolarmente e perché?
“Questa è una bellissima domanda. Amiamo ogni nostro libro e lo pubblichiamo perché siamo convinti del suo valore estetico e culturale, senza troppo guardare al mercato e alle previsioni di vendita, perché se così fosse gran parte del nostro catalogo non sarebbe mai uscita dai nostri computer. Quando si segue un libro in tutte le sue fasi, la traduzione, la redazione, l’impaginazione, la realizzazione della copertina, la scelta della carta, si entra in una relazione molto stretta: diversa, ma non inferiore per profondità, da quella che l’autore stesso ha col suo libro. Quando, dopo aver pubblicato quattro romanzi della stessa scrittrice, ci siamo trovati a lavorare a Le rose di Shell di SiobhanDowd è stato un momento di profonda commozione: perché è un libro molto intenso e coinvolgente, ma anche perché sapevamo che non ce ne sarebbero stati altri”.

Se doveste consigliare un vostro libro per imparare a conoscervi, quale citereste e perché?
“Un’ottima sintesi di quello che facciamo è rappresentata dai libri della serie Hank Zipzer il Superdisastro, scritta dal celebre attore Henry Winkler insieme a Lin Oliver. Vi si trovano un po’ tutte le caratteristiche della nostra linea editoriale: i libri sono impaginati con criteri grafici e tipografici ad alta leggibilità e contengono supporti alla comprensione come la mappa dei personaggi all’inizio del libro e illustrazioni nei punti chiave, della bravissima Giulia Orecchia. Inoltre aiutano a comprendere che cos’è la dislessia, visto il piccolo Hank è dislessico come il suo autore, ma lo fanno in modo lieve e divertente, senza impartire noiose lezioni e sottolineando il fatto che non è sinonimo di stupidità: stupidi, semmai, sono i bulli che prendono di mira Hank e i suoi amici e contro cui spesso la propria stupidità si ritorce”.

Visti i tanti progetti che avete sviluppato in pochi anni, vi immaginiamo sempre all’opera. Avete in mente qualcosa di nuovo, che potete anticipare a ilLibraio.it?
“I nuovi progetti sono sempre più del tempo che abbiamo a disposizione per realizzarli, purtroppo. Fra le novità in uscita nel 2016, il primo volume di una trilogia intitolata La Lega degli Autodafé, l’appassionante storia di un complotto millenario per tenere l’umanità lontana dalla cultura e dalla conoscenza distruggendone il principale veicolo, i libri. La storia si svolge ai giorni nostri e ha personaggi molto interessanti e divertenti, con una vicenda a metà fra Harry Potter e Il pendolo di Foucault.
C’è poi un progetto a cui teniamo molto, I libri di Camilla, che vedrà coinvolti insieme a noi altri editori di qualità per ragazzi nella missione di estendere il diritto della lettura. Per ora non possiamo dire di più, ma chi fosse curioso potrà venire alla presentazione del progetto in anteprima assoluta alla prossima Fiera del libro per ragazzi di Bologna”.

Cosa pensate dei libri per bambini e ragazzi in ebook? Ha senso, secondo voi, la trasposizione in digitale di un libro illustrato? O ritenete che ci siano altri formati elettronici più adatti alla necessaria interazione dei bambini con i libri?
“Il numero di titoli del nostro catalogo disponibili in formato e-book è già una risposta: zero. Non si tratta da parte nostra di semplice attaccamento romantico alla produzione di libri cartacei, ma la convinzione che, almeno in questa fase, l’ebook non offra una valida alternativa. Un libro è un oggetto immateriale, un puro contenuto indipendente dal supporto solamente se considerato in una prospettiva storico-culturale; ma per le persone i libri sono oggetti concreti, che offrono sensazioni tattili, olfattive, visive, oggetti che entrano nella vita quotidiana e nella memoria con una data forma, oggetti che si regalano, su cui si scrive e si disegna e a cui si saldano strettamente i moti emotivi e razionali che il libro suscita. Questo vale sicuramente per gli albi illustrati, dove anche formato e dimensioni giocano un ruolo importante, ma è altrettanto vero per la narrativa, e i recenti dati di vendita sembrano dimostrare che dopo una prima fase di attrazione per il gadget tecnologico i lettori se ne siano accorti”.

Quello dei libri per bambini e ragazzi è il settore dell’editoria che cresce di più. E non solo in Italia. Perché, secondo voi? Questa tendenza è destinata a proseguire?
“Molteplici fattori stanno interagendo fra di loro in questa direzione: l’accresciuta qualità dei libri per ragazzi, il moltiplicarsi di iniziative di promozione della lettura e di festival di libri per ragazzi ben radicati nel tessuto scolastico e culturale delle città dove vengono organizzati, la nascita di numerose librerie indipendenti per ragazzi che organizzano di continuo eventi promozionali e consigliano con competenza i lettori. Inoltre a volte penso che quei genitori che sono così impegnati a lavorare da non avere più tempo per la lettura, quel 39,1% di dirigenti e professionisti che non leggono neanche un libro all’anno, proiettino il desiderio sui figli, comprando libri per loro. Significativo è anche un crescente riconoscimento del valore della letteratura per ragazzi da parte dell’ambiente culturale, che ha visto diversi prestigiosi premi letterari inaugurare una sezione dedicata ai libri per ragazzi: fra questi il Premio Strega, che quest’anno nella sua prima edizione vede un nostro libro nella cinquina finalista per la fascia d’età dai 6 ai 10 anni (Il riscatto di Dond, di Siobhan Dowd)”.

In Italia sono numerose le piccole case editrici per bambini: ci indicate qualche esempio interessante, che merita attenzione?
“È sempre imbarazzante dover consigliare un editore piuttosto che un altro, visto che ormai sono numerosi gli editori di alta qualità presenti attivamente in Italia. Alcuni di questi sono quelli che parteciperanno con noi al progetto I libri di Camilla, quindi invitiamo i lettori a seguirci per scoprire quali sono. Inoltre, per affinità tematica nei confronti della dislessia c’è Biancoenero, che fra l’altro sta pubblicando una collana di classici in versione ad alta leggibilità. Un progetto recente che merita attenzione è anche Settenove, una casa editrice che pubblica libri sugli stereotipi di genere”.

di Gloria Ghioni

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