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Thornhill (uovonero edizioni)

Youkid.it - 06/11/2017

Thornhill è un luogo triste, cupo, isolato: è l’orfanotrofio in cui vive Mary, bambina “difficile” affetta da mutismo selettivo, che si rifugia nella creazione di bellissime bambole di creta per sfuggire ai numerosi atti di bullismo di cui è vittima e alla solitudine. Ma questa non è soltanto una storia di bullismo e non ha come protagonista solo Mary, è anche la storia di Ella, che si è appena trasferita in una villetta davanti all’orfanotrofio. Questa è una storia di solitudine e buio, che prende vita, pagina dopo pagina, grazie alle bellissime illustrazioni e alle parole fresche e pungenti di Pam Smy.

La storia inizia l’8 febbraio del 1982, è questa la data che leggiamo in cima alla prima pagina del diario scritto da Mary, giovane ospite di Thornhill, una villa dall’aspetto gotico dove trovano rifugio alcune orfane. Mary è una di loro, affetta da mutismo selettivo, non fa facilmente amicizia, ragion per cui preferisce restare chiusa nella sua stanza a costruire bambole di creta, la sua unica gioia. Mary non ha amiche, non può averne, perché è “stramba” e agli altri sembra assurda e cattiva, una persona che non si sforza di aprirsi agli altri. Il punto è che Mary non sa proprio come fare: il mondo per lei è un luogo che le fa paura, pieno di pericoli e di cose cattive… cattive come “lei”, la ragazza che la tormenta da sempre. Mary, infatti, è vittima di un bullismo perverso e continuo: “lei” non è violenta fisicamente nei suoi confronti, ma continua a spiarla, a bussare alla sua porta, a isolarla, a ingannarla… Mary non sa perché faccia così e non vuole neanche saperlo: vorrebbe solo essere lasciata in pace. Le cose, via via, diventano sempre più gravi e insopportabili, finché anche la pazienza di Mary viene messa a dura prova.

La storia di Mary è raccontata attraverso il suo diario, giorno dopo giorno, e inframmezzata dalle illustrazioni che invece mostrano la storia di un’altra ragazzina, Ella, che si è appena trasferita nella villetta davanti a Thornhill. Ella è curiosa e molto sola, suo padre lavora continuamente e non ha tempo per lei: così inizia a fissare l’enorme e cupo edificio che ha di fronte e a esserne inesorabilmente attratta.

Le vite delle due ragazze s’intrecciano, in un rapporto contorto e spinoso come rovi: s’intrecciano le rispettive solitudini, gli abbandoni di cui sono state vittime, seppure in maniera molto diversa, fino al cupo e inaspettato finale.

Una storia di violenza psicologica, principalmente, che descrive alla perfezione cosa provano le vittime di bullismo: la vergogna, la solitudine, l’incomunicabilità, lo stato d’abbandono, tutti sentimenti che i pochi adulti di questa storia non capiscono o, se capiscono, non sono in grado di controllare. C’è anche il risvolto della medaglia: chi sono i bulli? I bulli non hanno nome (Mary la chiama solo “lei”) ma piangono, si sentono soli, hanno paura e sono vittime anche loro. E le vittime possono, a loro volta, diventare carnefici: la violenza chiama violenza, l’odio fa nascere altro odio. Il bullismo non è un atto isolato, è un anello della catena, una catena che è molto difficile spezzare.

L’odio nasce e cresce e diventa forte nella solitudine, quando gli altri voltano il viso per non vedere: così Thornhill è diventato il luogo triste, silenzioso e vuoto che è ora. Pam Smy riesce nell’impresa di raccontare una storia attuale con uno stile “antico” e favoleggiante, grazie alle stupende illustrazioni in bianco e nero, che trasmettono lo stesso senso di solitudine e tristezza delle parole del diario di Mary. Un libro intenso che si legge velocemente e che dovrebbe essere letto nelle scuole. Un modo nuovo, duro ma affascinante, di affrontare il tema del bullismo. Lo metto in cima alla lista dei libri da leggere per capire davvero cosa si prova a essere vittime e carnefici.

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