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Recensione di Mio fratello è un custode su Area Di.To

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È un giorno come un altro quando la vita di Auguste detto Gus, quattordicenne parigino, viene improvvisamente stravolta. Succede infatti una mattina che la polizia suoni alla porta di casa per comunicare la notizia della morte del padre in un incidente stradale. Il dolore è fortissimo e il mondo del ragazzo sembra poter crollare da un momento all’altro, ma la parte più sconvolgente della faccenda deve in realtà per lui ancora venire. Quando, dopo il funerale, si trasferisce dai nonni insieme alla mamma e alla sorella, nella casa di campagna detta “la Commanderia”, Gus scopre infatti che la versione raccontata dalla polizia è menzognera e che il padre è di fatto stato assassinato. Dietro l’omicidio c’è una misteriosa storia millenaria che vede una società segreta chiamata la Lega degli Autodafé impegnata a impedire la diffusione della conoscenza attraverso la distruzione dei libri che la contengono. Il padre di Gus faceva invece parte della cosiddetta Confraternita: un gruppo di persone intente a contrastare l’attività degli Autodafè attraverso la ricerca, la custodia e la trasmissione di libri. Ora che il padre non c’è più, tocca a Gus prendere il suo posto e battersi per preservare il destino dell’umanità. Deve trovare prima degli Autodafé la cappella del tesoro e mettere in salvo il suo contenuto ma chi fa parte della Lega non ha davvero scrupoli ed è disposto a tutto pur di ottenere ciò che cerca. Per questo, per il protagonista, si tratta di una missione ad alto rischio, che vede impegnati alcuni amici nuovi e vecchi, un professore della scuola e tutti, ma proprio tutti, i membri della sua famiglia. Tra questi spicca senza dubbio la sorella più piccola Césarine che non solo assume un ruolo determinante nella vicenda ma si fa anche, a tratti, insolita narratrice. Il suo diario intervalla infatti il racconto di Gus, offrendo al lettore dettagli nuovi e opinioni spiazzanti su quanto accade.
Mio fratello è un custode è il primo volume di una trilogia intitolata La lega degli Autodafè e scritta dall’autrice francese Marine Carteron. La missione che il papà di Gus gli ha lasciato in eredità non si conclude infatti a pagina 302 ma promette di proseguire nei successivi episodi. E non stentiamo a credere che i lettori di questa prima avventura attendano con trepidazione la pubblicazione delle seguenti, affascinati da un mistero che ha attraversato i secoli, da un protagonista molto umano con molti pregi ma anche difetti, e da un personaggio apparentemente secondario ma in realtà travolgente come Césarine. Il libro sa amalgamare un mistero che attraversa i secoli risalendo addirittura ad Alessandro Magno e una contemporaneissima ambientazione in cui pullulano riferimenti al mondo (dagli accessori alla tecnologia, dai programmi tv alle letture) di un adolescente d’oggi. Animato da personaggi interessanti e relazioni avvincenti, il romanzo rimanda senza dilungarsi troppo a episodi storici cruciali (penso ai riferimenti al periodo fascista o alla citazione dell’’Internazionale) ed evoca narrazioni precedenti, prima fra tutte quella di Harry Potter (si pensi alla figura del giovane coraggioso pronto a sfidare la morte per compiere la missione che gli è affidata, alla figura della fenice, al rapporto con il padrino che fa le veci del padre e lo accompagna nella battaglia).
Successo editoriale d’oltralpe, il libro è stato portato in Italia da Uovonero, da sempre attenta a offrire ai giovani lettori storie capaci di raccontare la diversità (e in particolare la neurodiversità) attraverso storie appassionanti. Césarine è infatti autistica – o artistica, come ha capito Gus la prima volta che glielo hanno detto – e il suo racconto insolito e diretto restituisce un particolare modo di vedere il mondo e di vivere le situazioni, sia quotidiane sia eccezionali. Non le piacciono i numeri fino a 22 e se le capita (spesso!) di contare li salta a piè pari, è messa a disagio dalle situazioni che non rispettano uno schema noto, ricorda dettagli con grande facilità, ama la precisione puntigliosa e interpreta alla lettera qualunque espressione mettendo in difficoltà chi non la conosce per bene. È l’”effetto Césarine”, per dirla con le parole di Gus: un effetto che disorienta e talvolta spaventa ma che fa anche sorridere e intenerire. Attiva e determinata, Césarine non è un personaggio posticcio messo lì solo per dare originalità al racconto ma un personaggio a tutto tondo che entra a capofitto nella vicenda, regalandole brividi e humour. La sua amicizia con Sara, bimba affetta da sindrome di Down, delinea un’avventura nell’avventura e mette bene in luce il lato più normale della diversità.

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