L'indice dei libri del mese - Dicembre 2017
Thornhill si colloca senza indugi nel campo della migliore, rigorosa, innovazione letteraria, con un volume godibilissimo sin dalla veste editoriale, curata da Uovonero, già autore italiano di Pam Smy per il suo lavoro di illustratrice per Il riscatto di Dond di Siobhan Dowd.
Diciamo quindi subito che cos'è: un solido blocco di carta stampata in bianco e nero, con una copertina in rilievo che mostra una finestra accesa in una vecchia casa dominata da una luna piena: in quarta ritroviamo un'altra palazzina dello stesso edificio, completamente buia, su cui si appoggia un corvo. Il cielo è striato dalle stesse nuvole, ma la luna non è più inquadrata.
Questa presentazione dichiara graficamente, plasticamente, molte cose: è una storia di fantasmi, è una storia di case, ed è una storia raccontata in gran parte per immagini. A ben vedere è anche una storia di cose quasi uguali o che si ripetono, di eventi che si ripresentano attraverso gli anni; è una storia in cui il tempo non passa, o passa nei modi ben strani che conoscono i fantasmi. Due sono le vicende raccontate e uno solo il luogo, Thornhill, un istituto o casa protetta per ragazze abbandonate; intorno a questo tetro posto leggiamo il diario e le vicende di Mary, nel 1982, e viviamo solo per immagini la storia di Ella, nel 2017. Le due narrazioni si sovrappongono negli stessi luoghi, oltre la vita e la morte, attirandosi e stringendosi in una sola storia - storia struggente e di solitudini.
La grande novità del libro sta nella giustapposizione di questi due linguaggi, resa rigorosa dalle due vicende raccontate: non un esercizio di stile, ma un modo di rendere artisticamente la rarefazione del linguaggio, la sospensione delle parole, il silenzio che precede decisioni che vengono prese ma non raccontate. E come ogni storia di fantasmi, è fatta per catturare e inquietare, per rimanere nelle pieghe della pagina ad attendere il lettore: i mostri più terribili sono quelli che aspettano.
Beniamino Sidoti