Thrillernord - Dicembre 2017
Mary vive negli anni Ottanta a Thornhill, un orfanotrofio femminile vicino alla chiusura. Ella è una ragazza che nel 2017 si trasferisce col padre accanto al tetro edificio, ormai abbandonato da tempo. In un dichiarato omaggio a Brian Selznick e alle atmosfere di Il giardino segreto, le storie delle due ragazze, narrate l’una col testo del suo diario, l’altra con evocative illustrazioni in bianco e nero, si avvicinano fino a toccarsi nel coinvolgente finale.
Due ragazze. Due epoche differenti. Un solo collegamento: Thornhill, l’orfanotrofio.
Il libro si apre con le spettacolari illustrazioni che ci fanno conoscere Ella: siamo nel 2017, la sua storia viene raccontata tramite sole immagini.
Ella, dopo la morte della madre, si è trasferita in una casa che affaccia proprio sull’orfanotrofio ormai chiuso e abbandonato.
Poi c’è Mary, orfana, creatrice di bambole e affetta dalla sindrome di mutismo selettivo. Ospite dell’orfanotrofio negli anni ’80, comunica attraverso le pagine del suo diario segreto.
La prima cosa che ho notato di questo meraviglioso libro è la maestria sia della scrittura, che rispecchia perfettamente il linguaggio di una ragazzina, sia del disegno e dei minimi dettagli rappresentati.
Le illustrazioni, evocative e particolari, riescono a trasmettere tutte le emozioni della ragazza rappresentata; non si sente assolutamente la mancanza della parola scritta perché le illustrazioni sono perfettamente esplicative.
Ci si immerge in una vera e propria esperienza oltre che visiva e letteraria anche e, soprattutto, umana. Ciò che accomuna le due protagoniste è un’immensa e straziante solitudine.
Un sentimento talmente viscerale e sofferto da torcere le viscere e far annaspare, lo si sente strisciare sulla pelle.
La sofferenza di non poter comunicare, non potersi aprire agli altri, essere diversi, vittima di soprusi e cattiverie. È il desiderio immane e folle di essere semplicemente accettati e voluti bene.
È un libro che non fa dormire la notte per l’inquietudine, però questa sensazione non ci è data solo dalla paura che incute il racconto ma anche dal pensiero che il vero orrore è quello che si cela dentro gli esseri umani.
È un libro che comunica perfettamente ciò che vuole trasmettere ed è un’esperienza che adulti e ragazzi dovrebbero affrontare.
Un finale sconvolgente, un pugno nello stomaco, ma nello stesso tempo perfetto per il messaggio che ci vuole comunicare l’autrice.
Un romanzo che ritorna costantemente tra i sogni e ti interroga di continuo, ti attanaglia e resta dentro.
Pam Smy è docente di illustrazione alla Cambridge School of Art e affianca l’insegnamento alla carriera di illustratrice. Pam vive a Cambridge con il marito, sua figlia e il cane, le piace disegnare, leggere romanzi e guardare vecchi film. Thornhill è il primo romanzo che Pam ha sia scritto che illustrato.
Giusj Sergi