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Recensione de Il mistero del Guggenheim su Il Mangialibri

Il Mangialibri - Gennaio 2018

Ted Spark ha dodici anni e 281 giorni, sette amici e una cartelletta nella quale raccoglie e cataloga le sue bugie. Ted ama tutto ciò che procede per schemi, perché il suo cervello “gira con un sistema operativo diverso da quello delle altre persone” e gli permette di vedere nessi e creare connessioni che gli altri neppure si immaginano. Anche grazie a questo, il ragazzino ha potuto risolvere il mistero di come suo cugino Salim fosse scomparso, proprio sotto i suoi occhi, da una capsula del London Eye. Ora Ted e sua sorella Kat sono in viaggio di vacanza a New York con la mamma. In questa città hanno raggiunto il cugino Salim e zia Gloria, divenuta curatrice nel grande Guggenheim Museum. E qui, proprio nella Grande Mela, giusto una quindicina di giorni dopo il loro arrivo, un altro mistero si apre: dal Guggenheim viene rubato un prezioso dipinto, un Kandinskij di grande valore. Del furto viene accusata proprio la zia Gloria, perché è stata l’ultima a uscire dal museo quella mattina, perché la sua carta di credito e il suo pc sono stati usati per noleggiare un furgone sospetto, perché dinnanzi alla polizia piange a dirotto. Ted, Kat e Salim, però, sono certi della sua innocenza e si mobilitano per provarla, ma soprattutto per trovare il vero colpevole…

La storia narrata in questo romanzo nacque come idea di Siobhan Dowd, scrittrice inglese, promotrice dei diritti di scrittori e lettori, attenta ai progetti di diffusione della lettura tra i più giovani. Dopo la sua prematura scomparsa è toccato a Robin Stevens, studiosa di letteratura poliziesca e scrittrice a sua volta, immaginare e scrivere la nuova avventura di Ted, simpatico ragazzino affetto dalla sindrome di Asperger, fragile per alcuni aspetti, ma dotato di grande acume e capace di osservare e registrare in modo schematico e consequenziale fatti ed immagini. Ogni sua osservazione si rivela infatti essenziale per la risoluzione del giallo e per scagionare zia Gloria dall'ingiusta accusa che le è stata mossa. La trama del racconto è arricchita da una discreta ironia e da qualche ammiccamento umoristico, che si evidenziano soprattutto nella descrizione delle dinamiche relazionali tra i tre principali protagonisti, Ted, Kat e Salim, le cui doti sono complementari ma profondamente diverse: Kat è intraprendente, insistente, quasi spregiudicata; Salim è un bravo fotografo e un fine osservatore. I due appaiono molto legati tra loro e Ted un poco ne soffre. Nel romanzo, così, ci attrae non solo il mistero da risolvere, ma anche la descrizione di alcune dinamiche di atmosfera familiare, tipiche delle relazioni tra fratelli e sorelle nel difficile periodo dell'adolescenza.

Eleonora Bellini

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