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cartadocente

Dalla "scatola" di uovonero spettri e paure della gioventù

Il Cittadino di Lodi - 2 febbraio 2018

Se lo si mette in orizzontale, sullo scaffale della libreria, assomiglia a una scatola: quattro centimetri di dorso nero, cartone pesante, una scena illustrata sul coperchio-copertina. La somiglianza, però, non si limita alla veste editoriale: Thornhill, uscito di recente per la casa editrice Uovonero con la traduzione di Sante Bandirali, è davvero una scatola dal contenuto misterioso.
Misterioso innanzi tutto perchè, dentro, c’è una storia di fantasmi, anzi ce ne sono due, narrate con due linguaggi diversi e su due differenti piani temporali: una è la storia per immagini di Ella, che insieme al padre, rimasto vedovo da poco, si è appena trasferita in una nuova casa, vicino a un lugubre orfanotrofio abbandonato; l’altra è quella scritta da Mary nel 1982 sulle pagine del suo diario, nelle giornate solitarie trascorse nel “giardino segreto” (esplicito l’omaggio al romanzo di Frances Hodgson Burnett) sul retro del vecchio istituto, all’epoca ancora attivo ma già in odore di chiudere i battenti.
Con lo scorrere delle pagine, nella sapiente alternanza fra parti testuali e raffinate illustrazioni in scala di grigio, le storie di Ella e Mary si rispecchiano in un unico, nerissimo, lago di solitudine, che lascia emergere la stessa paura di non essere amate, il terrore degli altri e delle loro prepotenze, la noncuranza degli adulti e la dolce medicina dei momenti di gioco. Emozioni e stati d’animo che non appartengono a un’epoca o a un cuore soltanto, ma fanno parte di un sentire comune, posto al di là delle cesure del tempo storico, della logica del prima e del poi.
Mentre le vite trapassano le une nelle altre, mentre i mattoni si sgretolano e i giardini si fanno più fitti, i sussurri del passato continuano come fantasmi ad abitare le stesse stanze, che sono quelle ombrose della prima adolescenza, quando le fantasie dell’infanzia si infrangono contro la realtà, talvolta con violenza, talvolta in silenzioso dolore. Ed è a questa fascia d’età che parla la dark novel di Pam Smy (già nota ai giovani lettori di Uovonero per le illustrazioni di “Il riscatto di Dond”, uscito nel 2014), capace però di fare presa anche sugli adulti grazie all’intreccio incalzante, alla prosa scorrevole e alle atmosfere evocate dai disegni, cupe e paurose come l’incubo di un bambino.

di Ettore Zanchi

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