Andersen - Marzo 2018
Negli ultimi anni, l'abbiamo raccontato più volte, l'attenzione all'accessibilità alla lettura e all'inclusione sono diventate la cifra distintiva di molti progetti editoriali.
Tra le difficoltà di cui ultimamente si è parlato di più, anche quello della sordità, condizione che più di quanto normalmente si pensi, inficia anche il rapporto alla lettura.
A raccontarlo, in questa occasione, è Monica, bambina "a pile": è così che le piace definirsi, riferendosi alla protesi acustica che è costretta a portare sin dalla più tenera età.
Come in Supersorda! (Il battello a vapore - Piemme) di Cece Bell, anche questa è una storia autobiografica: l'autrice, classe 1992, è al suo esordio editoriale - raccontata attraverso le parole, certo ma soprattutto, le immagini in bianco e nero, declinate tra segno, sagome e aggiunte materiche di ritagli e collage.
Monica si sente divisa a metà: ha due voci, mani e bocca e due vite. C'è una vita fatta di elettronica e contatti, quellache le permette di sentire, e l'altra, quella fatta di silenzio:nessuna le apartiene veramente.
Odia il buio, perché non le permette di comunicare, e talvolta si sente diversa dagli altri, mentre prima pensava fossero gli altri ad essere diversi. Per fortuna ci sono gli amici, quelli che - come racconta nel "Glossario semiserio di cultura sorda" che chiude il volume - dimenticano della sua sordità, tanto da cadere in divertenti gaffe che stemperano le tensioni.
Il glossario, d'altronde, rappresenta un buon punto di arrivo per la completezza del progetto, offrendo ai lettori qualche piccola curiosità e osservazione non scontata intorno alla sordità, la lingua italiana dei segni, le convenzioni sociali.
di Martina Russo