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Recensione di Animali di versi su Zebuk

Zebuk - 30 marzo 2017

Ieri è arrivato mio figlio dall’asilo – lasciatemelo chiamare così, per piacere ? – con un libro appena preso in biblioteca:

Mamma, devi leggerlo, io l’ho già fatto, è fantastico!

Come avrei potuto non mollare tutto e sedermi con lui a leggere? L’ho fatto subito e aveva davvero ragione: Animali di versi è davvero un bel libro.
È davvero una bella storia.
Anzi, è tante storie diverse, ognuna potrebbe proseguire di per sé (e in effetti abbiamo provato a continuare quelle che più ci piacevano per immaginare come andavano a finire) ma tutte insieme mandano un messaggio forte e importante: la diversità non è a priori negativa.

Pensa e ripensa non sono convinto
che sono opposti chi ha vinto e chi è vinto
che esista in natura normale e anormale
e che diverso è l’inverso di uguale.
Sarà un caso che a chi non è uguale
il più delle volte si dice SPECIALE?

Sfogliare le pagine di questo libro/albo/albumdacompletare vuol dire conoscere personaggi che smontano gli stereotipi, vuol dire scoprire che possono esistere anche lepri che vanno piano, che male c’è?, e tartarughe che invece non possono fermarsi mai. Vuol dire capire (e forse lo capiscono prima i bimbi di noi) che non è vero che tutte le principesse debbano essere per forza deboli e indifese, e che un elefante leggero o un cammello senza gobba non devono essere condannati perché diversi, ma apprezzati per le loro differenti caratteristiche e capacità.
Insomma, è un libro che racconta di Uguali&Diversi, uno di quei libri che ci piace leggere e riprendere e sfogliare e continuare con l’immaginazione (e in effetti la quarta di copertina ci suggerisce di farlo, con matita alla mano e tanta fantasia).

È proprio grazie alla sua statura
che ha un giro di amici da fare paura:
lui con le rane fa a gara di fischi
fa i pic nic insieme agli onischi
sfida le pulci e le cavallette
in gare e tornei di barzellette.
C’è tutto un mondo dentro ad un prato
e lui che è piccolo l’ha ritrovato.
Ci sono miliardi di amici viventi
creature minuscole ed intriganti
un mondo che sfugge a chi è massiccio
e che ci vede soltanto terriccio.
Non è da tutti poterci entrare
è solo per piccoli o chi lo può diventare.

Uno di quei libri che magari riprenderemo per giocarci insieme, immaginando… chissà? forse le avventure di quell’ippopotamo grande come un dito? Oppure quella lepre così rilassata e serena?

Chissà, chissà…
chi ci seguirà
forse lo vedrà!
?

Età di lettura : da 3 a 4 anni

di Polepole

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