wakeupnews.eu, giovedì 31 maggio 2012

‘Il mistero del London Eye’. E’ il titolo di un thriller di Siobhan Dowd (Uovonero edizioni), sulla scia dei gialli avvincenti e degni della fantasia di Agatha Christie. Ted Spark ha 12 anni, londinese, ragazzo autistico che appartiene alla middle class. Sarà lui a risolvere il mistero del cugino scomparso dopo un giro sulla ruota panoramica di Londra, grazie al suo ‘cervello particolare’. Il libro di Siobhan Dowd ha vinto il premio Andersen 2012, maggior riconoscimento italiano assegnato alle più belle letture per i ragazzi dalla redazione della rivista Andersen e dai fondatori della storica Libreria dei ragazzi di Milano. Ed è stato candidato al Super Premio Andersen. L’autrice ha collaborato per venti anni con il Pen Club International, un’organizzazione che si batte contro la censura e per la difesa degli scrittori minacciati e incarcerati nel mondo. Prima di morire nel 2007, a soli 47 anni, ha scritto quattro romanzi che la fanno paragonare ai più grandi scrittori irlandesi contemporanei.

Il libro. Ted Spark non sente un gran bisogno di diventare normale, però ha capito che esiste una cosa che (agli occhi della gente) lo avvicina a quella condizione: dire bugie. Lui che in 12 anni non ha mai mentito, adesso, è costretto a dirne tre in due soli giorni per salvare l’indagine parallela condotta insieme a sua sorella Kat alla ricerca del cugino Salim. Salim è sparito, facendo un giro sullagigantesca ruota panoramica di Londra. ‘Il mistero del London Eye’ è un giallo avvincente, un vero gioiello, la storia di un ragazzo inglese nel cui cervello gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone’. La voce narrante del libro è proprio quella di Ted, affetto da sindrome di Asperger, una forma di autismo che non viene mai nominata come è giusto che sia perchè tutti (chi più o meno) siamo nello spectrum autistico.

La vita di Ted è tranquilla e ordinata. Il suo sogno è quello di diventare un metereologo e inquadra con precisione tutte le situazioni quotidiane nelle caratteristiche del tempo. Una delle sue passioni sono le previsioni per i naviganti (che ascolta di notte alla radio), ha una straordinaria capacità nel memorizzare le cose, è ripetitivo, non si toglie mai la divisa della scuola, non ama essere toccato. Non ride mai, tranne che per far piacere al suo interlocutore ( su consiglio del suo insegnante), non sa leggere il linguaggio del corpo e non capisce il linguaggio astratto, se non le espressioni che gli sono già state spiegate. Un giorno Salim sale in una capsula del London Eye. Lui e Kat lo aspettano alla fine del giro di 30 minuti, ma da quella capsula escono tutti tranne Salim. Una sparizione angosciante per la mamma del ragazzo e per la famiglia di Ted. 
Un vero buco nero da cui si uscirà solo grazie alla logica e alla freddezza naturale di Ted, che aiuterà la polizia e che, insieme alla sorella, scartando le diverse ipotesi, farà trovare la strada da seguire. Tutto questo sempre con molta fatica nel farsi sentire dagli altri e a farsi prendere sul serio dai normali, che lo amano molto ma che da lui non si aspettano nulla che li possa aiutare. Il messaggio dell’autrice ai lettori è: il London Eye gira in senso antiorario se visto dal lato dell’ingresso, ma gira in senso orario se sei dall’altra parte del Tamigi. Dipende da che parte guardi la normalità e da quanto ti fai influenzare da elementi non essenziali. Una storia affascinante e piena di sensibilità, che vuole trattare in maniera dolce e soft il problema sociale dei ragazzi affetti da autismo.

Chiara Campanella

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