Uovonero pesca un’altra chicca dal “lascito” di Siobhan Dowd
Il Cittadino, sabato 22 dicembre 2012
Dopo il prestigioso premio Andersen, vinto la scorsa primavera con la prima edizione italiana del romanzo di Siobhan Dowd Il mistero del London Eye, la casa editrice cremascolodigiana Uovonero torna in libreria con un nuovo titolo della stessa autrice, La bambina dimenticata dal tempo, ambientato nella tumultuosa Irlanda del 1981. In quello stesso anno, mentre una serie di attentati terroristici infiamma le città al confine con il Regno Unito e la società civile si spacca in Repubblicani e Unionisti, diversi membri dell’Ira detenuti nel carcere di Long Kesh intraprendono uno sciopero della fame, nel tentativo di persuadere le autorità britanniche a concedere loro lo status di prigionieri politici. Fra di essi c’è anche Joe McCann, il fratello maggiore di Fergus, il protagonista del libro, un ragazzo di diciotto anni che alle cinque di mattina di un giorno di fine primavera, mentre sta raccogliendo torba assieme allo zio sulle montagne al confine fra l’Eire e l’Irlanda delNord, si imbatte nel cadavere mummificato di una bambina, che si scoprirà vecchio di duemila anni. È l’inizio di una vicenda che metterà Fergus di fronte alla linea d’ombra fra adolescenza e maturità, fra gli anni spensierati dell’infanzia e la necessità di prendere posizione in merito a una situazione politica che investe la quotidianità delle persone, i loro affetti, le loro aspirazioni. Fergus, che sta per affrontare gli esami di maturità, vorrebbe andare lontano a studiare medicina, ma per aiutare il fratello si ritroverà a fare la staffetta per conto di Michael Rafters, detto “il Matto”, un personaggio ambiguo che milita fra le fila dell’Ira. Con addosso la felpa rossa che usa per andare a correre, Fergus attraverserà più volte il confine una busta imbottita nascosta nei pantaloni e qui conoscerà Owain, un soldato inglese con cui stringerà amicizia. Sullo sfondo: l’oscura vicenda della “bambina dimenticata dal tempo” e l’amore per Cora, la giovane e bella archeologa che si occupa del misterioso ritrovamento. Con questo libro, premiato nel 2009 con la prestigiosa Carnegie Medal, Siobhan Dowd si riconferma una grande scrittrice, dotata di talento e sensibilità. Come ne Il mistero del London Eye anche in questo romanzo l’attenzione dell’autrice si concentra sul tema della diversità: una diversità che, se qualche volta è reale e fa paura, molto spesso è soltanto presunta, costruita a tavolino in base a ragioni politiche ma inesistente per chi come Fergus vive con autenticità i rapporti con gli altri. Un libro intenso, empatico, mai sentimentale, che per la prosa brillante e scorrevole saprà farsi amare sia dagli adulti, sia dai lettori oltre i sedici anni. Chi lo metterà sotto l’albero di Natale, inoltre, compirà anche un gesto benefico: i diritti d’autore delle opere di Siobhan Dowd nata a Londra da genitori irlandesi e scomparsa per un tumore nell’agosto 2007, all’età di quarantasette anni saranno destinati alla Siobhan Dowd Trust, una fondazione di beneficenza da lei stessa creata poco prima di morire, con l’obiettivo di promuovere il piacere della lettura fra i ragazzi che vivono in aree socialmente disagiate.
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SIOBHAN DOWD, La bambina dimenticata dal tempo,
traduzione di Sante Bandirali.
Edizioni Uovonero, Crema, novembre 2012, 328 pp. 14 euro
Silvia Canevara