Il Cittadino di Lodi, giovedì 29 agosto 2013
“Tutt’altro che tipico” di Nora Raleigh Baskin è l’atteso romanzo pubblicato dall’editore lodigiano-cremasco
«La cosa che le persone vedono di più è il suo silenzio, perché alcuni tipi di silenzio sono davvero visibili». E allora Jason Blake, dodici anni, un disturbo dello spettro acustico diagnosticato e una mamma che cerca di "aggiustarlo", scrive. Scrive perché una parola gli compare ogni mattina dentro la testa, a volte facile, a volte difficile, e lui ne cerca sempre il significato. Scrive perché per lui c'è solo un tipo di trama: le cose accadono, tutto qui. E allora lui traccia delle storie originali e le posta su un blog in internet, l'unico luogo in cui può parlare con le persone senza doverle guardare negli occhi, senza essere guardato; né distratto dai gesti con cui i "neurotipici" accompagnano la conversazione nella "loro" lingua, quella in cui se qualcuno ti pone una domanda devi rispondere e se non lo fai pensano che hai un problema. Dopo il clamoroso colpo ottenuto “ingaggiando” Henry Winkler, il celebre Fonzie di Happy Days del quale ha ottenuto la pubblicazione per l’Italia delle avventure del bimbo dislessico Hank Zipzer, la nuova opera della casa editrice lodigiano-cremasca Uovonero è un altro viaggio dentro la diversità e nei rapporti che si creano tra persone comuni e ragazzi speciali: titolo Tutt'altro che tipico, romanzo firmato da Nora Raleigh Baskin. Con l'uscita in libreria in programma questo fine settimana, Tutt'altro che tipico si è già assicurato 21 premi tra cui il prestigioso Schneider FamilyBookAward. Parte della collana I geodi, storie che - come sassi che al loro interno nascondono tesori di cristallo colorato - riservano splendide sorprese, la traduzione è affidata a Sante Bandirali e le illustrazioni sono di Peppo Bianchessi, artista cremasco già assoldato da Uovonero. Nelle pagine di Tutt'altro che tipico, il racconto lucido e disincantato della vita di Jason alle prese con la scuola, le amicizie quasi impossibili nella realtà e la scrittura. Con un papà «che è il tizio che mette le parole sulla televisione quando guardi una partita di baseball», un fratello, Jeremy, che «non pensa molto al significato delle parole che gli escono dalla bocca», mentre quella della mamma è tutt'altra storia. Perché «Mia madre vuole aiutarmi. Vuole che io sia felice. E credo che mia madre voglia aggiustarmi. Vuole che sia più simile a lei, anche se lei non sembra poi tanto felice per la maggior parte del tempo. E se non mi può aggiustare, vuole almeno potersi spiegare perché sono così. Allora sta cercando un motivo». Che potrebbe essere: «Il mercurio nel vaccino trivalente,un cromosoma capriccioso, un gene mutante, troppo burro di arachidi mangiato durante il primo trimestre, insufficiente ossigeno durante il parto, insufficiente burro di arachidi (esiste una cosa simile?), fumare durante la gravidanza (ma mia madre non fuma). Forse è l'inquinamento dell'aria, o i fertilizzanti nelle verdure, o gli ormoni nel latte, le piogge acide, il riscaldamento globale. Forse sono le radiazioni emesse dalla televisione. O il microonde». La vita di Jason, con le mani che troppo spesso sfarfallano sopra la testa, gli occhi che si aprono e si chiudono, con il mondo che di conseguenza si spegne e riaccende a intermittenza, cambia attraverso la scrittura con cui conosce PhoenixBird, che legge i suoi racconti su internet e diventa la sua primavera amica. «L'autismo è una delle diversità che abbiamo già esplorato nelle opere pubblicate in precedenza - spiega Lorenza Pozzi di Uovonero -: di questa storia già premiata ci piaceva il punto di vista del protagonista e il racconto di come si può essere amici nella diversità e come questa possa essere superata attraverso la scrittura».
Rossella Mungiello