La lettura, domenica 8 settembre 2013
I neurotipici dicono cose che non pensano, reggono una parte, mentono a se stessi e agli altri, parlano anche se non hanno nulla da dire, pretendono sempre risposte alle proprie domande. E se non sei come loro ti tengono alla larga, ti isolano, o al più ti commiserano. Alcuni, i familiari più stretti, provano anche a cambiarti, a tirarti dalla loro parte. Come fa la madre di Jason, che suo figlio lo vuole «aggiustare» e ricorre a uno psicoterapeuta per provarci. Lo stesso specialista cui però è costretta ad appoggiarsi lei, per tenersi in piedi. E se apparentemente è questo dodicenne affetto da autismo il protagonista di Tutt’altro che tipico (pp. 178, e 14) primo romanzo tradotto in Italia dell’americana Nora Raleigh Baskin (grazie a Sante Bandirali e per i tipi di Uovonero, gli stessi che hanno fatto conoscere il Fonzie scrittore per ragazzi), in realtà sul lettino dell’autore ci siamo noi, i «normali», i neurotipici appunto come li definisce Jason. Quelli cui non capita di sfarfallare le mani sopra la testa se si innervosiscono e ai quali le parole non spuntano isolate nella mente ogni mattina, ma che poi a ben guardare, come la mamma di Jason, «non sembrano affatto felici».
Marco Ostoni