Libri e marmellata, giovedì 12 settembre 2013
IL LIBRO: “Questione di ingranaggi” di Isabella Christina Felline e Roberta Angeletti, Uovonero
IL CONTENUTO: Un albo di formato piuttosto grande che propone tre racconti in rima ciascuno ispirato ad un ingranaggio meccanico utilizzato come metafora, piuttosto ardita e originale, per parlare di sentimenti, incontri ed emozioni.
Abbiamo quindi la storia del re Pignone alla ricerca della sua regina Corona dove, tra le righe di una tenera storia d’amore, si intende che il sentimento per eccellenza è una questione di “incastro”, come quello perfetto e funzionante che, con pignone, corona e cinghia, fa sì che molte macchine si muovano.
I racconti successivi – quello di Vite e Bullone e di Freno e Frizione – calcano uno schema simile: personaggi che coincidono con ingranaggi per narrare di rabbia, solitudine, amicizia, diversità…sottintendendo, sempre, nella metafora meccanica, la grande di risorsa che deriva dalla relazione la quale, come una macchina, funzionando bene riesce a creare, trasformare e fornire energia. In questo caso vitale.
SECONDO ME: L’albo è interessante e indubbiamente insolito ed originale. E’ molto ricco, di spunti, suggestioni e riflessioni, molte anche profonde.
Forse in alcuni punti tutto questo risulta eccessivo e non basta l’ottima fattura delle rime a conferire un senso di leggerezza e una buona accessibilità.
Si incespica un po’ quindi, soprattutto nelle storie numero due e tre, il filo si perde ogni tanto e riacciuffarlo non è semplice. A mio parere un maggiore lavoro di sintesi e snellimento avrebbe giovato all’insieme.
Un’osservazione simile si può fare per le illustrazioni, che sono eleganti ed accurate, intelligenti ma con i loro colori tenui, i tanti particolari che si perdono in un’omogeneità di fondo, rischiano di far smarrire la vista, senza offrirle punti di appiglio saldi o elementi che spicchino e fermino le scene.
Per queste motivazioni consiglio il libro ai bambini non troppo piccoli, almeno dai sei anni di età e con la mediazione di un adulto di riferimento, almeno per la prima lettura.
Segnalo come ben fatta la pagina finale dove vengono illustrati, in maniera chiara, competente e precisa, i vari meccanismi e parti meccaniche nominati nelle storie, in modo tale che se ne possa comprendere il funzionamento e, con questo, le metafore scelte.
MI PIACE PER: l’originalità, la profondità, la buona fattezza e piacevolezza delle rime.
NON MI PIACE PER: in alcuni punti appare troppo contorto e “celebrale” e un tantino prolisso.
LE “STELLETTE”: tre e mezzo
Federica Pizzi
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